La differenza tra test sierologico e antigenico? L’immunologa Viola corregge Azzolina

E’ tempo di test rapidi, di tracciamento, di sierologici e tamponi. Ma per orientarsi nella maniera adeguata in questo mondo Covid, è necessario fornire qualche informazione in più, onde evitare di fare affermazioni scorrette, come è successo alla ministra Azzolina durante Otto e mezzo su La7. 

test sierologico azzolina - meteoweek.com

Durante questa fase di recrudescenza del coronavirus, si torna a parlare di test, tracciamento, tamponi e sierologici. Ma sappiamo veramente qual è la differenza tra un test sierologico e un test antigenico? Qui di seguito un piccolo ripasso, onde evitare di fornire informazioni scorrette o incomplete, come accaduto alla ministra Azzolina martedì sera durante la puntata di Otto e mezzo su La7. La ministra, infatti, avrebbe ribadito l’esigenza di effettuare test rapidi nelle scuole, perché “non possiamo mandare in quarantena i nostri studenti perché hanno un raffreddore o hanno un’influenza”. L’esempio modello proposto dalla ministra sarebbe quello della regione Emilia-Romagna che avrebbe “messo a disposizione test nelle farmacie”. Si tratterebbe, però, di un’informazione non corretta, come sottolineato dall’immunologa Antonella Viola che, in collegamento, ha spiegato la differenza tra test sierologici e test antigenici.


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Quelli messi a disposizione gratuitamente dalla regione Emilia-Romagna, spiega l’immunologa, sono test rapidi sierologici, non antigenici, ovvero “uno strumento epidemiologico che serve per capire qual è la prevalenza dell’infezione nella popolazione”. In sostanza, i test sierologici servirebbero per capire quante persone hanno già sviluppato anticorpi a seguito di un contagio. Ma questo tipo di test non sarebbe adeguato a stabilire rapidamente se una persona, al momento del test, sia positiva (e quindi, probabilmente, anche contagiosa). Per scandagliare questo aspetto del virus sono necessari i test antigenici rapidi che, però, non sono quelli messi a disposizione gratuitamente in Emilia-Romagna.

Test molecolare, sierologico e antigenico

test covid azzolina - meteoweek.com
(Da Getty Images)

Partiamo dal test molecolare (non rapido), anche definito “test del tampone”, l’esame che ricorre più frequentemente presso le autorità sanitarie e quello considerato, al momento, più affidabile per stabilire la presenza del virus, ma che richiede più tempo rispetto agli altri. Il test viene effettuato attraverso l’utilizzo di un tampone, un cotton fioc inserito nelle narici. Il tampone, in tal modo, raccoglie campioni di muco e saliva, analizzati successivamente tramite particolari reagenti e macchinari. L’intero test si fonda sulla ricerca dei frammenti del materiale genetico di cui è composto il virus. Ma proprio a causa della necessità di reagenti e macchinari, il vero limite del test consiste nella lentezza nell’ottenere i risultati.

Il test sierologico, invece, avviene attraverso l’analisi di un campione di sangue. Tuttavia questo tipo di test non è utile per rilevare rilevare direttamente la presenza del materiale genetico virale. Il suo scopo è, piuttosto, misurare misurare la quantità e le tipologie di anticorpi. Questi anticorpi sono prodotti dal nostro sistema immunitario, che in tal modo cerca di difenderci da un antigene esterno potenzialmente dannoso, come appunto il coronavirus. L’eventuale presenza di anticorpi sta a indicare che il soggetto è entrato in contatto con il virus. Ad essere analizzate sono le IgM e le IgG: le prime sono prodotte dopo l’entrata in contatto con il virus, le seconde invece indicano che l’infezione è avvenuta da tempo. Il test sierologico si divide, poi, in quantitativo e qualitativo: il primo viene effettuato tramite prelievo ed è in grado di individuare anche il livello di anticorpi prodotti; quello qualitativo invece analizza una goccia di sangue e si limita a indicare la presenza o meno di anticorpi. Questo tipo di test, tuttavia, non è il più adatto per fornire una fotografia immediata della situazione, per stabilire se c’è un’infezione in atto. Serve, piuttosto, a tracciare il decorso dell’infezione all’interno del soggetto e a conoscere la diffusione del virus su tutta la popolazione.


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Infine, il test antigenico, che serve a cercare particolari proteine tipiche del coronavirus. Il suo obiettivo è quindi quello di rilevare la presenza di antigeni: sostanze presenti nel nostro organismo, provenienti dall’esterno e potenzialmente minacciose, che quindi provocano una reazione del sistema immunitario. Questo tipo di test ha il vantaggio della rapidità, rispetto ai tempi del test molecolare: il prelievo viene effettuato tramite tampone o attraverso la saliva. Il risultato è quasi immediato senza l’esigenza di reagenti o macchinari. Ed è proprio questo tipo di test quello che andrebbe incoraggiato all’interno delle scuole, per tipologia, costi e tempistiche. Tuttavia, resta il limite dell’affidabilità che va migliorata, ma su questo punto la comunità scientifica è già a lavoro.

 

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