È successo in un hotel sito a Victoria, in Australia. Tutti gli ospiti dovranno sottoporsi a uno screening per l’Hiv. Il timore è quello di una nuova contaminazione dopo un uso errato dei dispositivi di test della glicemia.
Un caso clamoroso di infezione rischia di portare alla luce una contaminazione ad ampio raggio. Tutto sarebbe partito dagli ospiti di un hotel, che si trova a Victoria, in Australia. Stando a quanto si legge oggi sul Telegraph, infatti, il dispositivo utilizzato per effettuare i precedenti controlli, sarebbe stato usato in maniera errata. Nello specifico, i monitor che vengono sfruttati per fare lo screening per malattie trasmesse dal sangue, dovrebbe essere adoperato in forma individuale. Quindi non più di una persona dovrebbe avere accesso al macchinario.
O quantomeno, l’utilizzo dell’ago con il quale si preleva un piccolo campione di sangue da un dito della mano, non può essere aperto a più persone. Tuttavia, l’errore consiste proprio nel fatto di non aver rimpiazzato l’ago di persona in persona. Motivo per cui la contaminazione potrebbe essere dietro l’angolo. Ecco allora che le oltre 200 persone che soggiornavano nell’hotel australiano dovranno sottoporsi nuovamente a un esame. Si tratta di uno screening necessario per verificare l’eventuale presenza di un’infezione trasmessa dal sangue.
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Si potrebbe trattare di Hiv, ha anche di epatite di tipo B o C. Molti di questi dispositivi sono stati utilizzati su più persone, che sono rimaste in quarantena a Victoria tra il 29 marzo e il 20 agosto scorsi. Il timore, come detto, è quello di una contaminazione incrociata a causa dell’uso errato dei dispositivi di test per la glicemia. Nello specifico si studieranno le piccole tracce di sangue che possono rimanere all’interno del corpo della macchina che è stata utilizzata. Motivo per cui i test verranno ripetuti su tutte le persone che vi si sono sottoposte.
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Safer Care Victoria, l’agenzia dello stato australiano per la qualità e la sicurezza sanitaria, ha provato a fornire delle rassicurazioni. In particolare per quanto riguarda l’eventuale diffusione del Covid-19 a causa di questo palese errore nei test svolti nei mesi precedenti. La malattia, infatti, non deriva dalla trasfusione di sangue. In ogni caso, uno dei portavoce dell’agenzia ha fatto sapere che sono 243 le persone identificate e chiamate a ripetere il test. Ma verranno chiamati a eseguire questo screening anche le persone che hanno avuto condizioni o episodi che rendono il test necessario.