Un ex chef vegano complottista e antisemita sarebbe al centro dei sospetti. Sono circa settanta gli oggetti imbrattati nella Museumsinsel, una vera e propria oasi nel centro di Berlino.
I musei di Berlino continuano a essere al centro dell’attenzione. Giusto tre anni fa era avvenuto un evento grave, addirittura un furto di un’opera pregiata. Si trattò in quel caso di una moneta d’oro con l’effigie della regina Elisabetta, dal peso di quasi un quintale, che fu trafugata dal Bode Museum della capitale tedesca. Una notizia che fece il giro del mondo, tanto da far pensare che questo prezioso non verrà mai più ritrovato. E a tre anni di distanza, i musei di Berlino tornano a far parlare di sè, anche se questa volta si tratta di un danneggiamento.
Sono almeno settanta, infatti, gli oggetti che sono stati imbrattati presso la Museumsinsel. Stiamo parlando di una vera e propria oasi di arte nel centro storico berlinese. Si tratta con ogni probabilità di uno dei più gravi attacchi all’arte antica, tra quelli avvenuti in Germania. Già qualche giorno fa, per la precisione il 3 ottobre, qualcuno aveva spruzzato una sostanza oleosa su decine di capolavori custotidi nel Pergamon, nel Neues Museum e nella Alte Nationalgalerie. In questo modo diversi quadri, sarcofaghi egizi e altre opere sono state macchiate in maniera indelebile.
E c’è già chi è finito nel mirino degli inquirenti, anche a causa delle idee mai nascoste a riguardo. Si tratta di Attila Hildmann, noto chef vegano che ha più volte espresso le sue idee antisemite e le sue teorie complottiste. Tra le altre cose, Hildmann è uno dei frequentatori più assidui dei raduni della corrente negazionista contro il Covid-19. Alcuni mesi fa era stato cacciato dalla scalinata dell’Altes Museum, dove stava tenendo uno dei suoi abituali e deliranti comizi. Nei giorni successivi, i gestori del museo hanno esposto uno striscione contro razzismo, nazionalismo e antisemismo.
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Una situazione che ha mandato su tutte le furie il noto chef. Hildmann, durante l’estate, ha creato una corrente attraverso una chat su Telegram, alla quale hanno preso parte almeno 100mila suoi seguaci. Il suo attacco principale si è riversato contro l’oasi dei musei di Berlino, tanto da fare dei riferimenti ben precisi. Secondo il cuoco, l’altare di Baal che si trova nel Pergamon non è altro che il “trono di Satana”. A suo parere, inoltre, i musei che si trovano nella capitale tedesca non sono altro che “il centro dei satanisti globali e dei criminali del coronavirus”.
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Tra le altre cose, Attila Hildmann ha avuto qualcosa da dire anche nei confronti di Angela Merkel. Secondo lo chef, l’attuale cancelliera tedesca ha una natura demoniaca che l’ha portata ad abitare, guarda un po’, vicino alla zona dei musei. Intanto proseguono le indagini nei confronti di Hildmann, già nel mirino delle procure di Berlino e di Brandeburgo per incitamento all’odio. Ora, però, le cose per lui potrebbero aggravarsi. Anche perchè c’è proprio lo chef al centro dei sospetti per le opere imbrattate alla Museumsinsel.