A quattro anni di distanza dal terremoto di Amatrice i familiari delle vittime non hanno ancora ricevuto alcun risarcimento. Il Comune, infatti, ha comunicato di non avere in cassa le risorse necessarie.
Sono passati più di quattro anni dalla notte del 24 agosto 2016. Un violento terremoto colpì il centro Italia causando la morte di 299 persone, tra Amatrice e Accumoli nel Lazio, e Arquata del Tronto nelle Marche. La cittadina di Amatrice fu tra quelle a registrare maggiori danni. Oltre a diversi edifici storici, crollarono anche due palazzine ex Iacp, con 18 vittime. I familiari di queste ultime, ad oggi, non hanno ancora ricevuto alcun risarcimento. Il Comune, infatti, non ha a disposizione i fondi necessari.
Lo scorso 8 settembre è arrivata la sentenza del Tribunale di Rieti in merito al crollo delle due palazzine. Le suddette abitazioni popolari, secondo il giudice, erano state costruite negli anni ’70 senza il rispetto delle norme sismiche. Esse erano dunque prive di autorizzazione sismica del Genio civile e della certificazione di abitabilità da parte del Comune di Amatrice. Gli enti e gli organi preposti, inoltre, non avevano mai provveduto ad effettuare controlli e verifiche sullo stato delle palazzine.
Le cinque persone ritenute colpevoli per gli errori nella costruzione degli edifici sono state condannate alla reclusione per un totale di 36 anni. A loro si è risalito tramite vecchi documenti. Si tratta di Corrado Tilesi, ex assessore comunale di Amatrice, Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile, Franco Aleandri, all’epoca presidente pro-tempore ex Iacp della Provincia di Rieti, Ottaviano Boni, direttore tecnico So.Ge.Ap. Srl e Luigi Serafini, amministratore unico So.Ge.Ap. Srl. Ma non è tutto.
Anche diversi Enti pubblici, durante il processo, sono stati ritenuti colpevoli. In particolare, il Comune di Amatrice, Ater e la Regione Lazio sono responsabili civili. Gli Enti pubblici e gli imputati, dunque, devono versare un risarcimento danni ai familiari delle vittime, liquidare loro la refusione delle spese di giudizio e pagare, in loro favore, di una provvisionale con valore esecutivo (dai 18mila euro a 383mila euro ciascuno). Il Comune di Amatrice, tuttavia, ha fatto sapere di non avere a disposizione i fondi necessari.
“Pur consapevoli che, per i parenti delle vittime, nessuna somma possa compensare la perdita dei propri cari, è inutile nascondere che per un piccolo Comune come quello di Amatrice, condanne con importi rilevanti possano avere risultati devastanti, anche considerando che non sono da escludere altre sentenze simili nel prossimo futuro e che l’Ente non dispone di risorse proprie per onorare tali condanne“. Lo ha spiegato l’attuale sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella.
Il Comune di Amatrice, a causa dell’indisponibilità delle risorse necessarie a risarcire i familiari delle 18 vittime del terremoto di quattro anni fa, ha chiesto al Governo di istituire un fondo straordinario. La domanda è stata posta attraverso una lettera inviata al Premier Giuseppe Conte, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al commissario straordinario per la ricostruzione Giovanni Legnini.
“Siamo fiduciosi – dice Fontanella – che le Istituzioni si attiveranno prontamente per risolvere questa problematica“.
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