Si è fatto troppo poco per la medicina territoriale, l’organizzazione è stato carente. Le affermazioni dell’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia a Radio Cusano Campus
Della medicina territoriale “se n’è parlato molto, ma si è fatto poco. Abbiamo visto in questa occasione quanto il territorio è stato carente, molti medici si sono dati da fare, ma l’organizzazione del territorio è inesistente”. Lo afferma l’ex ministro della Salute Girolamo Sirchia a Radio Cusano Campus. Secondo Sirchia, “bisognerebbe cominciare a disegnare seriamente la casa della Salute, cioè il centro di aggregazione dei medici e dei servizi sul territorio. Ma ancora nessuno ha capito che cos’è la casa della salute, quelle che ci sono non si capisce bene cosa facciano. Il Ministero deve disegnare la casa della Salute, stabilire cos’è, con quali risorse e in quali termini deve operare”.
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Oggi, rileva Sirchia, “il medico visita un certo numero di ore al giorno, dopo i malati non sanno dove andare e quindi vanno al pronto soccorso o nel privato. Io cercherei di creare un punto di integrazione dove ci sia sempre qualcuno che accolga e ascolti questi malati. Il malato ha bisogno di qualcuno che si interessi a lui”. Riferendosi quindi ai vaccini antinfluenzali, “non si capisce se ci siano o meno. Alcuni medici prendono le prenotazioni, altri dicono che non possono prenderle perché non hanno istruzioni in merito, la gente va in farmacia e non trova il vaccino. Alla fine – conclude – diventa stressante“.
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