Il virologo dell’università di Padova attacca ancora una volta il Governo. E sul vaccino, Crisanti si dice tutt’altro che ottimista: “Non verrà messo in circolo prima del 2022”.
Continuano ad arrivare avvisaglie negative, direttamente dalla testimonianza di Andrea Crisanti. Il virologo dell’Università di Padova aveva già espresso dei dubbi sulle ultime attività da parte del Governo. Tanto da paventare la possibilità di un lockdown su scala nazionale in vista delle festività di Natale. Attraverso la rivista Lettera 150, alla quale aderiscono circa 250 accademici di diverse discipline, Crisanti ha svelato un progetto che il Governo gli ha però rigettato. Un progetto che riguarda la gestione dell’esecuzione dei tamponi nei confronti degli italiani.
Il docente ha fatto capire che il tracciamento automatico di tutti gli appartenenti agli ambienti di vita dei positivi e tamponi diffusi era al centro del progetto. Si trattava di circa 400mila tamponi studiati al giorno, qualora fosse necessario: “Non ho più avuto riscontri alla mia proposta – ha svelato Crisanti – . Ora a distanza di quasi tre mesi vengono emanati nuovi decreti del presidente del consiglio, destinati ad impattare sulla nostra qualità della vita e sulle nostre attività lavorative, subiti pazientemente con la speranza che possano contribuire a diminuire il contagio“.
Il virologo dell’università di Padova ha dunque reso noto, ancora una volta, lo scarso livello di ascolto del Governo. E secondo lui, questa condotta potrebbe suonare come una condanna per gli italiani: “Ancora una volta, tuttavia, si persiste nell’errore di non chiedersi come, ridotto il contagio con misure progressivamente restrittive, si faccia a mantenerlo a livelli bassi. La mancata risposta a questa domanda ci condannerà a una altalena di misure restrittive e ripresa di normalità che avrà effetti disastrosi sull’economia, l’educazione e la vita di relazione“.
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Per quanto riguarda il vaccino, invece, Crisanti non lascia molte speranze. Il docente ha fatto sapere che il rimedio per prevenire il Covid-19 arriverà “non prima del 2022, prima che tutti quanti possano avere accesso e che funzioni“. Il motivo, secondo il virologo dell’Università di Padova, è presto detto. Questo deve essere prima “registrato per fare delle somministrazioni inizialmente limitate nello spazio e nel tempo, poi se le caratteristiche di sicurezza sono confermate sul campo, verrà prodotto su larga scala“.
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Si aggiunge, al documento redatto dal professor Crisanti, anche la testimonianza di Giuseppe Valditara. L’ordinario dell’università di Torino è anche coordinatore di Lettera 150: “È mancato il coordinamento e la pianificazione delle azioni necessarie da parte del governo, che ben può sostituirsi anche a organi come Regioni e Comuni, come prevede espressamente la Costituzione, nel caso di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica. Dai trasporti alla sanità, ci siamo fatti cogliere di nuovo impreparati. E le responsabilità sono ricadute tutte, di nuovo, su singoli cittadini ed enti locali“.
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