Il premier Giuseppe Conte è chiamato di nuovo a rispondere della questione Mes. “Mai escluso l’accesso al meccanismo, è un debito. I soldi per la sanità si possono trovare anche diversamente”.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità non è lo strumento in grado di curare ogni male di un Paese che ne richiede l’attivazione, ma rimane comunque uno strumento a cui, data la situazione attuale provocata dalla pandemia (e soprattutto nel caso in cui si rendesse necessario), l’Italia potrebbe aderire. A spiegarlo è stato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a palazzo Chigi, contestualmente all’introduzione del nuovo DPCM del 18 ottobre.
A ribadire la posizione riguardo il Mes, però, il premier è tornato oggi, in occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa – “Perché l’Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid)”. “Non ho mai escluso l’accesso al Mes. Queste decisioni politiche si prendono al tavolo di maggioranza dopo un confronto approfondito. Io ho dato soltanto un contributo per de-ideologizzare questo tema”, ha infatti esordito il Presidente del Consiglio, spiegando poi che “i soldi necessari alla sanità possiamo trovarli anche diversamente. Il Mes è un debito. Se ne avremo bisogno, vuol dire che aumenteremo il deficit“.
Bruno Vespa, sempre contestualmente alla presentazione del libro che uscirà il 29 ottobre per Mondadori Rai Libri, ha chiesto poi al premier se prendendo il Mes l’Italia rischia di fare una brutta figura, dato che nessun Paese ha al momento deciso di attivarlo. “Non ho una mia valutazione. Oggettivamente prendo atto che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto che, visto che nessuno prende il Mes, ci sarebbe uno stigma per chi lo chiede. Io non so quantificare questo stigma. Non posso prevedere le reazioni dei mercati finanziari”, ha risposto Giuseppe Conte.
Concludendo poi la discussione sul delicato argomento, il Presidente del Consiglio ha infine sottolineato: “Il Sure (il fondo europeo per finanziare la cassa integrazione) lo prendono tutti. Il Mes no. Se fossimo i soli a prenderlo, questo farebbe scattare un segnale di attenzione nei confronti dell’Italia”.
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“Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto ‘rolling value’) del vaccino Oxford-Irbm (Pomezia-Astrazeneca ) saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all’inizio di dicembre”. Queste le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sempre contestualmente alla presentaizone del libro firmato da Bruno Vespa.
“Già all’inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi di vaccino – ha proseguito il premier. Altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
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