La giovane promessa del calcio è stato trovato senza vita nella hall del residence per studenti in cui viveva lo scorso 8 ottobre.
19 anni e una vita davanti che si prospettava piena di successi ma Finn Kitson, giovane promessa del calcio e studente della Chambridge University non ce l’ha fatta. Si è spetto lo scorso 8 ottobre nella hall del residence per studenti in cui viveva, durante il nuovo lockdown britannico. La polizia non è riuscita a chiarire quanto accaduto ma secondo le prime ricostruzioni, pare che il ragazzo soffrisse di disturbi d’ansia acuiti dovuti alle misure adottate per arginare la diffusione del coronavirus. Ai ragazzi, infatti, era stato imposto di rimanere isolati nello studentato, ma non era stato offerto loro alcun supporto medico e psicologico. Finn era figlio di un docente dell’università e aveva presentato insofferenza per quanto stava succedendo, come riporta il Daily Mail. La morte improvvisa del ragazzo non è considerata sospetta dalla polizia e in alcun modo legata al Covid-19, ma i familiari sono convinti che un supporto psicologico avrebbe aiutato a evitare il peggio: «Se metti in quarantena dei giovani studenti senza supporto, ti devi aspettare che soffrano di gravi disturbi di ansia. Lo studente in questione era nostro figlio che continuiamo ad amare e ci manca molto», ha scritto il papà di Finn su Facebook. Il corpo del 19enne dovrà essere sottoposto ad autopsia. La comunità si è stretta intorno alla famiglia in lutto con numerosi i messaggi di cordoglio condivisi sui social. L’allenatore della squadra universitaria di calcio per la quale Finn giocava con indosso il numero 10 ha postato un video che mostra uno degli ultimi gol messi a segno dall’atleta, accompagnato da una didascalia commovente: «È stato un onore allenare Finn Kitson al Cambridge Celts, lo ricorderò sempre mentre giocava allo sport che amava. Riposa in pace Finn».
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La morte di Finn rientra tra i morti collaterali da Covid-19. Sono moltissimi i ragazzi che si sono tolti la vita o l’hanno persa in circostanze misteriose durante una delle più grandi emergenze sanitarie di tutti i tempi. Poco prima dell’inizio del lockdown aveva fatto molto discutere la scomparsa del padre di Meredith Kercher, la ragazza uccisa in un appartamento a Perugia nel 2007. Tutto quello che si sa è che il 77enne John era stato trovato in strada, nei pressi della sua casa a Croydon (a sud di Londra), con le braccia e le gambe rotte. Secondo le ricostruzioni quel giorno c’era una fitta nebbia e l’uomo era stato visto per l’ultima volta vivo in un negozio dall’altra parte della strada. Quando è stato trovato in queste condizioni e immediatamente soccorso, John non ricordava niente dell’accaduto. Poi, a causa delle gravi ferite riportate, dopo 3 settimane è morto. Nonostante le investigazioni, nessuno ha fornito elementi utili.