In diretta da Palazzo Chigi per l’ultima conferenza stampa relativa al DPCM del 18 ottobre, il premier Giuseppe Conte ha chiarito alcuni punti sul Mes: “Non è una panacea: se lo prendiamo, tasse o tagli di spese”.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità non è lo strumento in grado di curare ogni male di un Paese che ne richiede l’attivazione, ma rimane comunque uno strumento a cui, data la situazione attuale provocata dalla pandemia (e soprattutto nel caso in cui si rendesse necessario), l’Italia potrebbe aderire. A spiegarlo è stato il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a palazzo Chigi, che dopo aver introdotto il nuovo DPCM del 18 ottobre ha risposto alla serie di domande postegli dai giornalisti presenti.
“Nessun Paese ha attivato il Mes”
“Il Mes non è la panacea come viene rappresentato”, ha tuonato ieri sera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi. “I soldi del Mes sono dei prestiti, non possono finanziare spese aggiuntive, si possono coprire spese già fatte e vanno a incrementare il debito pubblico. Se li prendiamo dovrò intervenire con tasse e tagli perchè devo mantenere il debito sotto controllo”, ha infatti sottolineato mentre rispondeva alla domanda di un giornalista che chiedeva chiarimenti in merito alla posizione del governo.
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“Sugli investimenti in sanità abbiamo investito circa 4 miliardi e in più ci sono soldi del Recovery Fund, altri 9-10 miliardi. Quello che vogliamo dire è che il Mes non è la panacea come viene rappresentato”, ha dunque spiegato Conte. Del resto, “quando facciamo questi ragionamenti dobbiamo valutare che in ogni caso avremo interessi contenuti rispetto al rischio che gli analisti colgono, si chiama ‘stigma’ ed è difficilmente quantificabile. Decine di Paesi hanno preso il Sure, anche noi. Il Mes nessuno. Ecco perché io ho detto, senza nessuna pregiudiziale ideologica sul Mes, se avremo fabbisogno di cassa tra gli strumenti da considerare c’è anche il Mes. Ma prendere il Mes per risolvere una disputa nel dibattito pubblico non ha senso”.
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Inoltre, ha evidenziato ancora il premier, “nonostante la criticità e la crisi economica che stiamo affrontando, la situazione italiana da un punto di vista dei segnali economici è molto positiva e anche il vantaggio in termini di interessi diventa adesso molto contenuto”.
Meno d’accordo con la linea di Conte sono tuttavia gli esponenti di sinistra. Matteo Renzi, in particolare, ha spiegato in una nota pubblicata questa mattina che “dicendo NO al Mes il Premier Conte fa felici Meloni e Salvini ma delude centinaia di sindaci e larga parte della sua maggioranza. Il tempo dimostrerà come questa decisione sia un grave errore politico e soprattutto un danno per gli italiani”.