Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità approva le ultime misure annunciate dal premier Conte. “Se il trend degli ultimi giorni venisse confermato – prosegue Brusaferro – il rischio di chiusura aumenta”.
Silvio Brusaferro prova a spiegare la bontà dei provvedimenti presi negli ultimi giorni dal Governo. La curva dei contagi continua a salire in maniera costante, fermo restando anche l’aumento dei tamponi eseguiti. Per il momento la situazione non dovrebbe portare a pensare a niente di allarmante. Anche perchè la gran parte dei contagi sono asintomatici e non necessitano di ricovero. Ma il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità vuole subito portare all’attenzione una serie di fattori. E lo ha fatto in un’intervista per Il Sole 24 Ore.
“Un intervento ora è necessario per appiattire la curva dei contagi che stanno crescendo in modo significativo – ha dichiarato Brusaferro – . Dobbiamo evitare che accada quello che abbiamo visto negli altri Paesi perché la nostra curva del virus non è diversa da quella degli altri“. Per questo motivo il presidente Iss, che è anche membro del Cts, fa capire che i prossimi giorni saranno decisivi: “I risultati di questi interventi a livello nazionale e nel caso ce ne fossero subito dopo anche a livello regionale non li vedremo prima di 10-15 giorni. Per questo non dobbiamo stupirci se nei prossimi giorni continueremo a vedere una crescita ancora importante dei positivi“.
Tra le altre cose, Brusaferro fa capire che non è ancora chiaro come procederà la curva dei contagi nei prossimi giorni. Per questo invita anche lui gli italiani al buon senso e al rispetto delle regole: “Non posso fare stime così precise. Certo è che se il trend degli ultimi giorni venisse confermato c’è il rischio concreto di una crescita molto significativa per questo è importante intervenire con i nostri comportamenti e con delle regole che ci aiutino in certi contesti“. Anche perchè “questo è un momento importante per il Paese e bisogna rafforzare la consapevolezza che dobbiamo adottare misure precauzionali più attente a livello personale, familiare e di comunità“.
Al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità viene chiesta una spiegazione su un dato. Quello relativo al 70% dei contagi che avvengono in un contesto familiare. Il membro del Comitato Tecnico Scientifico fa capire che si tratta di un problema di modalità di aggregazione: “In alcuni ambiti la diffusione del virus è molto controllata come la scuola e il lavoro. Il problema è come ci aggreghiamo informalmente. Non è uscire per fare l’aperitivo, ma il fatto che non si fa attenzione e magari non si indossa la mascherina“.
Brusaferro fa sapere che l’età media dei contagiati “è rimasta sopra i quarant’anni nelle ultime due tre settimane“. Si tratta di un aspetto postiivo, anche perchè “vuol dire che in questa fase gli anziani contraggono meno il virus e sappiamo quanto rischiano se hanno anche più patologie di finire in terapia intensiva“. Ma qual è allora la preoccupazione degli addetti ai lavori, di fronte alla nuova ondata? “Il fatto che ora stanno crescendo rispetto ai mesi scorsi i contagiati sintomatici. Questo è un segnale che il virus sta avanzando. È la lezione che abbiamo imparato a marzo anche se allora facevamo molti meno tamponi e ora grazie agli sforzi che si stanno facendo scopriamo molti più asintomatici“.
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Capitolo scuola. Brusaferro fa capire che, in quanto istituzione, questa ha “al suo interno ha una organizzazione che è molto attenta“. Per questo motivo “i focolai che censiamo sono molto limitati rispetto al resto del Paese“. Tuttavia, anche in questo caso ci sono dei problemi importanti da affrontare: “Dobbiamo vedere cosa accade quando esci dal portone della scuola e magari ci si abbassa la mascherina o non si tengono le distanze e così si annulla tutto lo sforzo enorme che è stato fatto per tenere le scuole aperte. Gli studenti positivi lo contraggono nella maggior parte dei casi al di fuori la scuola“.
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Brusaferro inoltre difende l’app Immuni, in quanto il contact tracing “è la prima linea nella battaglia al Covid per controllare la diffusione del virus“. E invita ancora una volta al buon senso, facendo capire che “se veniamo in contatto con un positivo dobbiamo metterci in isolamento e aspettare 10 giorni e un tampone negativo prima di uscire di casa“. E quando gli viene chiesto se ci sarà un lockdown prima di Natale, Brusaferro risponde così: “Ci siamo dati tutti gli strumenti di analisi e di programmazione per intervenire. E in base alle condizioni di oggi non ci troviamo nella necessità di soluzioni così drastiche“.