Il leader di Italia Viva sostiene che bisogna concentrarsi su altri aspetti della lotta al Covid: “Tamponi rapidi, tracciamento, terapie intensive, trasporti pubblici”, dice Renzi.
Matteo Renzi confida nel fatto che non sia necessario giungere al coprifuoco per ridurre i rischi di contagio. Il leader di Italia Viva ne ha parlato nel corso di un’intervista, rilasciata per l’edizione odierna de La Stampa. L’ex presidente del Consiglio fa capire quanto sia importante il giudizio e il buon senso da parte degli italiani. “Spero che non si arrivi a questa misura – dice Renzi a proposito del coprifuoco – . Dobbiamo convivere ancora per mesi con il virus e non si può procedere sulla base di emozioni passeggere. Il coprifuoco può essere una misura emergenziale e temporanea, ma abbiamo ancora diverse settimane prima di arrivare al vaccino“.
Tuttavia, l’ex segretario del Partito Democratico sostiene che sia meglio pensare a ciò che va aggiunto con forza in Italia, per lottare contro il Covid. Quattro aspetti che vanno dunque rafforzati: “Penso che sia più giusto concentrarsi sulle ‘t’ che mancano: tamponi rapidi, tracciamento, terapie intensive, trasporti pubblici“. E si scaglia contro il metodo della didattica a distanza: “Per me non ha senso. So per esperienza diretta che chiudere oggi le scuole e affidarsi alla didattica a distanza sarebbe una tragedia per chi crede nella sfida educativa. Con la didattica a distanza la scuola è dimezzata“.
Un altro aspetto importante, che l’Italia deve affrontare nella lotta contro il Covid, è quello legato ai trasporti. Si fa un gran parlare del limite di affluenza sui mezzi pubblici e sui treni, considerato troppo alto. Ma Renzi la pensa così: “Si paghino più corse, si coinvolgano i proprietari di autobus privati, si usino Ncc e taxi che soffrono: ma mandiamo i ragazzi a scuola. Faccio una provocazione: anziché pensare di inviare l’esercito a controllare movida e negozi, mandiamo i pullman dell’esercito per accompagnare i ragazzi a scuola. Lo dico da mesi che serve un piano per la scuola“.
E poi ci sono gli aspetti legati alle decisioni del Governo. In primis la titubanza sul ricorso al Mes. Renzi, in tal senso, si sarebbe aspettato una mossa un po’ più decisa per accedere al denaro da investire nella sanità pubblica: “È inspiegabile – tuona l’ex premier – . Si tratta di un veto ideologico che nasconde la difficoltà a progettare il futuro. Noi abbiamo sostenuto per anni, anche con il mio Governo, la necessità di fare più investimenti per sostenere la crescita. Era la tesi chiave del Pse, partito cui Gualtieri ancora appartiene. Non so cosa gli sia successo nel frattempo. So che Zingaretti e centinaia di amministratori locali del Pd chiedono il Mes a gran voce, io sto con loro“.
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Il leader di Italia Viva, in tal senso, ha parlato del denaro legato al Recovery Fund. E svela anche quando sarà disponibile per le casse nazionali: “I fondi arriveranno nell’autunno del 2021. Il punto però è che i soldi non ci arrivano per caso. I soldi vengono se presentiamo dei progetti credibili. Ecco perché chiedo da settimane di riunire un tavolo politico di maggioranza“. Ma perchè questo denaro non è ancora arrivato? Renzi spiega perchè: “Penso che Conte voglia attendere gli Stati Generali dei grillini e posso anche capirlo. Ma subito dopo bisogna guardarsi negli occhi e decidere dove si va. Perché altrimenti il lockdown diventa quello della maggioranza“.
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Tra le altre cose, Matteo Renzi sembra seguire la stessa lunghezza d’onda di Confindustria. In particolare quando si sostiene che “la cura potrebbe essere peggiore del male“, in base alle decisioni che verranno prese nel prossimo futuro. Infine, l’ex capo del Governo ha voluto smentire le voci che lo vorrebbero come candidato a segretario generale della Nato. “Faccio sempre il tifo per le candidature italiane – sostiene il leader di Italia Viva – , come è ovvio, ma in questo caso si tratta di un incarico che scade nel novembre 2022“.