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Politica

Juncker: “Ue disunita in lockdown, è stato uno choc. Mes? Utile all’Italia”

Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea, ripercorre i mesi vissuti dall’Ue nel corso dell’emergenza Covid-19. Paesi disuniti durante il lockdown e una economia da risollevare.

Una nuova ondata di Covid-19 si sta abbattendo su l’Europa e su tutto il mondo. L’Ue, dunque, dovrà cercare di reagire in modo migliore rispetto a quanto accaduto nei primi mesi della pandemia. A parlarne, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Jean-Claude Juncker. L’ex presidente della Commissione europea ha fatto il punto sugli errori commessi dall’Ue nella gestione del virus: dal lockdown fino ai mancati aiuti economici.

Juncker: “Lockdown da evitare”

Jean-Claude Juncker ha le idee ben chiare in merito ai danni che un nuovo lockdown potrebbe causare ai paesi dell’Ue: “Un nuovo lockdown totale – dice – va evitato in ogni modo: sarebbe pesante e pericoloso per l’economia e i cittadini“. Numerose le problematiche create dal primo blocco, soprattutto in termini di unione. Uno degli esempi più eclatanti a cui l’ex presidente della Commissione europea accenna è il blocco di Schengen, che definisce un immenso passo indietro. “Molti – spiega – si sono comportati come se fossero soli al mondo. È stato uno choc vedere Francia e Germania bloccare l’export di medicinali verso l’Italia“.

Se all’inizio della pandemia reagire è stato difficile, adesso i paesi dell’Ue dovranno farsi trovare più pronti. “Nei primi mesi – dice Juncker tutto è stato più difficile, non c’erano gli strumenti per agire e ne abbiamo pagato le conseguenze. Adesso dobbiamo attendere. Non c’è troppa scelta. Prima di tutto dobbiamo avere cura di noi stessi e di chi incontriamo: è la nostra responsabilità“.

A proposito dei piani per la ripresa dell’Europa, invece, Jean-Claude Juncker si è espresso positivamente nei confronti della Next Generation Ue: “Una risposta concreta. Mi rammarica però vedere che alcune proposte del Bilancio 21-27, a cui il Recovery plan è legato, sono state ridotte. Tra queste Erasmus, Ricerca, Difesa. Noi le avevamo aumentate, adesso sono vittima dei cosiddetti ‘frugali’. Non va bene. Il bilancio è buono, ma non abbastanza. Non si tratta di helicopter money, denaro a pioggia regalato. Va speso in modo virtuoso. La Commissione deve controllare che lo facciano e che spendano bene“. In merito, invece, al Patto di Stabilità: “Al momento è stato sospeso. È stata una decisione eccellente, ma non vuol dire che il patto non sia perfettibile. È necessario esser certi che la maggiore spesa aiuti ad uscire dalla crisi. Non è tempo per i pasti gratis. I margini vanno concessi per riforme strutturali e investimenti sul futuro”.

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L’ex presidente della Commissione europea si è soffermato, in particolare, sulla situazione dell’Italia e sulla possibilità di utilizzare il Fondo salva-stati: “La decisione sul Mes spetta all’Italia. Io penso che, in queste circostanze, sia meglio utilizzare ogni risorsa disponibile e utile. Bisogna smetterla coi vecchi nemici, gli eurobond o la Troika. Ero contro la Troika e il modo in cui è stata gestita la crisi greca. Ma adesso la Troika è morta“. Parole di elogio, inoltre, per il governo di Giuseppe Conte: “Il Paese ha preso la strada giusta. Non c’è motivo di preoccupazione. Lo vedo vicino al pensiero cristiano democratico quando parla di Europa e del suo futuro. Certo, non è nel campo avverso“.

Diverso, invece, il discorso su Matteo Salvini e sull’ingresso della Lega nel partito popolare: “I populisti di destra sono stati fermati quando parevano inarrestabili. Cambieranno. Sono intelligenti come quella che chiamano ‘élite’, tuttavia, non sono stati sconfitti. La Lega e l’universo cristiano democratico non hanno nulla in comune. La nostra idea della politica e dell’Europa è incompatibile con quello che pensa Salvini. Non succederà mai. E se dovesse succedere, lascerei il partito. Dobbiamo – conclude – fermare lo stupido nazionalismo”.

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