L’episodio risale a novembre 2017: il 78enne Angelo Laudoni uscì in piena notte. dalla clinica villa Giulia, dove era ricoverato.
Un paziente di 78 anni, Angelo Laudoni, ricoverato dopo due ictus, che esce dalla clinica in piena notte: il monitor di sorveglianza non era vigilato, le porte erano spalancate e il cancello aperto. Nessuna tra le persone che avrebbero dovuto accudire o per lo meno intervenire in caso di allontanamento dei pazienti, quella notte del novembre 2017, si accorse di nulla. Eppure da Villa Giulia Felicia, accogliente casa di cura di Colonna, era sparito un paziente. Così Angelo Laudoni venne stato ritrovato solo l’indomani mattina ormai intirizzito e in fin di vita, dopo una notte trascorsa all’addiaccio. Per quella morte assurda, ritenuta evitabile, il gip di Velletri ha disposto il rinvio a giudizio per omicidio colposo di Anna Maria C., l’amministratrice unica della residenza, e dell’operatrice in servizio la notte incriminata, Halina W. Per l’anziano era il secondo giorno di ricovero. Reduce da due ictus aveva perso il senso dell’orientamento e in parte della memoria: per questo i familiari avevano optato per l’alloggio nella struttura. A sorpresa la sparizione. L’allarme nella casa di cura era scattato solo al mattino, ormai troppo tardi. Agli inquirenti fu sufficiente acquisire i filmati del sistema di videosorveglianza per accertare l’accaduto. Tra le 23.43 e le 23.51 del 28 novembre, come ha ricostruito il pm Antonio Verdi, il paziente «era uscito dalla sua stanza, sceso al piano terra e, dopo aver percorso il viale di accesso, era uscito dal cancello inopinatamente aperto a quell’ora di notte abbandonando, senza rendersene conto, la casa di cura».
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Per la procura i responsabili della struttura in violazione dell’autorizzazione comunale, non avrebbero garantito la presenza di figure professionali qualificate e per di più «omesso di impartire disposizioni ma anche la vigilanza su di esse al fine di evitare che i pazienti non autosufficienti potessero allontanarsi soli dalla struttura». All’operatrice, invece, è stato contestato di essersi distratta dalla vigilanza del monitor tanto da non accorgendosi che in meno di otto minuti un anziano era sfuggito al controllo. Il giudice dell’udienza preliminare ha disposto l’acquisizione del verbale dei carabinieri in cui si ricostruisce passo dopo passo l’allontanamento dell’anziano. In pigiama e senza un riparo il pensionato era morto di stenti e di freddo, come confermato dal medico legale Filippo Milano. «Il decesso si verificava», ha scritto l’esperto, – «perché l’anziano, già affetto da gravi patologie cerebrali e cardiovascolari, trascorreva la notte al freddo notturno invernale, in condizioni meteorologiche caratterizzate da temperature molto basse che favorivano l’insorgere di un’insufficienza cardio-circolatoria con conseguente ischemia acuta». Gli operatori, solo al mattino, si sono accorti che il signor Laudoni non era nella sua stanza, ma neanche nel parco della struttura. L’anziano, trovato nelle vicinanze semi assiderato, è morto poco dopo all’ospedale di Frascati.