E’ il caso di un barista di Roma, che si è visto contestare la maxi multa per tre tavoli aggiunti sul marciapiede.
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Utilizzare i tavolini all’aperto – per bar e ristoranti – è stata la soluzione ottimale per riprendere a lavorare a ritmi accettabili ed allo stesso tempo garantire sicurezza e spazi di distanziamento maggiori alla clientela. Un compromesso, a cui la bella stagione ha contribuito: tante attività hanno potuto contenere parzialmente i danni e le perdite registrate durante il lockdown. Anche il bar “La Caffetteria” di Roma ha lavorato così: tavolini all’aperto per un lento recupero della quantità necessaria di lavoro per non chiudere. Anche perchè da parte delle istituzioni stesse è arrivato un incoraggiamento in questo senso: a partire dal Decreto Rilancio, in cui il governo ha fatto un riferimento esplicito all’occupazione di suolo pubblico. Anche il Comune di Roma è intervenuto in materia: , con una delibera molto discussa e poco chiara in molti passaggi. Nel testo viene indicato il 35% in più rispetto al suolo già occupato, o in caso di locali senza concessione rispetto alla dimensione del locale (almeno questa è l’interpretazione più diffusa).
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Grande è stata dunque la sorpresa – e lo sconforto – da parte del titolare de “La Caffetteria” quando, nel corso di un controllo della Polizia Locale di Roma si è visto affibbiare una multa di ben 5000 euro per occupazione illegittima di suolo pubblico. Oggetto della contestazione tre tavoli, che il titolare aveva aggiunto sul marciapiede che, tra l’altro, è molto spazioso: l'”allargamento” non causava nemmeno disagi al passaggio dei pedoni. Nel video, l’intervista ed il racconto della vicenda.