Coronavirus, Capezzone: “I giornali drammatizzano” [VIDEO]

Il giornalista Daniele Capezzone si è scagliato contro De Luca, Conte, Galli e gli “avanguardisti della chiusura”.

Daniele Capezzone, giornalista de La Verità, nella rassegna stampa mattutina LaVeritaAlleSette. Credit: Daniele Capezzone Facebook
La drammatizzazione del coronavirus. Così ha definito l’informazione che viene data dai media sulla pandemia il giornalista Daniele Capezzone, de La verità, nella sua rassegna stampa mattutina (LaVeritaAlleSette). Questa mattina, com’era prevedibile, tutti i principali quotidiani d’Italia hanno messo in prima pagina le questioni che riguardano la diffusione del virus e le relative misure di contenimento adottate dalle regioni. Per Capezzone, tuttavia, andrebbe adottato un occhio più critico, pronto a cogliere la vera gravità della situazione.

“La rassegna stampa di oggi – ha iniziato il giornalista nel consueto video su Facebook – è inevitabilmente dominata dai numeri del coronavirus e dalla relativa drammatizzazione. Cerchiamo di presentare le cose in modo corretto e bilanciato: i numeri non sono belli, indicano una tendenza oggettiva alla crescita. In primo luogo va detto, però, che c’è una crescita dei tamponi effettuati”.

Il paragone tra ottobre e marzo

E ha sottolineato, facendo un paragone tra i dati odierni e quelli risalenti a marzo o ad aprile, in pieno lockdown: “La tendenza è evidente, un 5 per cento dei tamponati risulta positivo. Indubbiamente ieri ci sono stati più morti, un’ottantina di persone decedute, e ci sono 47 persone che nelle ultime 24 ore sono andate in terapia intensiva. Però, anche qui, guardiamo le cose con equilibrio: sono ancora meno di 600 le persone in terapia intensiva in tutta Italia. Nei momenti più duri di marzo e di aprile erano 3.900/4 mila”.

Secondo Capezzone, la differenza principale tra ora e prima è che, stando alle dichiarazioni dei virologi, la maggior parte delle persone positive sarebbe asintomatica o svilupperebbe sintomi lievi. Il risultato è che i numeri della mortalità sono inferiori, e ci si rapporta con una malattia meno dura da affrontare. Di conseguenza, dovrebbe esserci meno paura. “Soprattutto, differenza ulteriore positiva tra adesso e allora, tra il 92 e il 95 per cento dei positivi sono asintomatici o paucisintomatici (con sintomi deboli, ndr), ha detto il giornalista de La Verità.

La decisione di De Luca

Capezzone ha poi fatto riferimento alla situazione della Campania e definendo il governatore regionale, Vincenzo De Luca, uno “sceriffo“. “La drammatizzazione è fortissima. Il primo a sparare un colpo contro le famiglie campane è il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato ieri la chiusura fino al 30 ottobre della scuole e delle università. Lezioni soltanto a distanza, polemica con il Governo”, ha raccontato.

L’ipotesi coprifuoco al vaglio del Governo

Il giornalista ha parlato anche delle opzioni al momento al vaglio del Governo per contenere la diffusione del coronavirus: “Una delle ipotesi è che tra qualche giorno venga partorito questo orario finale notturno oltre il quale bisogna stare tutti a casa”, ha detto. Un vero e proprio coprifuoco per i cittadini.

Daniele Capezzone, giornalista de La Verità, nella rassegna stampa mattutina LaVeritaAlleSette. Credit: Daniele Capezzone Facebook

Le critiche di Capezzone

Infine Capezzone è passato all’attacco: ha criticato prima il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, poi il professor Massimo Galli, virologo dell’ospedale Sacco di Milano. Si è scagliato contro i virologi in generale e poi contro gli “avanguardisti della chiusura”, i giornalisti de Il Foglio.

Per quanto riguarda il premier, Capezzone si è concentrato su una frase, a parer suo  “infelicissima” di Conte: “[Ha detto] ‘ora dipenderà dagli italiani’. No, dipenderà dallo stato delle terapie intensive, per le quali il bando è in clamoroso ritardo. Dipenderà dalla situazione dei trasporti, che è nel caos che tutti vediamo. Dipenderà dai vaccini, non da quelli per il covid che ancora non ci sono, ma da quelli per l’influenza ordinaria, che sono largamente inferiori a quanto sarebbe necessario. Dipenderà dal sistema di tracciamento, che è chiaramente lacunoso”.

Sul virologo di Milano, Massimo Galli, non si è risparmiato. “Volete la razione quotidiana di terrore?”, ha chiesto retoricamente il giornalista. “A somministrarvela – ha continuato – è in modo assolutamente fiammeggiante il professor Galli intervistato da Repubblica. Se volete un’interpretazione particolarmente hard e terrorizzante di questa situazione il professor Galli fa per voi”. Ha inoltre aggiunto che, secondo la sua visione, nella gestione della pandemia non dovrebbero essere i virologi a dare la visione e la lettura del virus, ma i politici. Affermazione discutibile, dal momento che chi è esperto in una materia ha certamente una capacità interpretativa migliore in quel campo.

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Camilla Palladino

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