Il cuore della protesta è stato piazza Duomo a Milano, dove centinaia di artisti si sono radunati per sollevare i problemi che stanno vivendo.
Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale e tra i settori a rischio c’è anche quello dello spettacolo, per questo si è svolta una protesta in piazza Duomo a Milano dove centinaia di artisti hanno voluto far sentire la propria voce. “Siamo in ginocchio” hanno urlato all’uniscono.
I lavoratori del settore spettacolo in protesta in piazza Duomo
Hanno scelto Milano, una delle città che ha vissuto in prima linea l’emergenza da Coronavirus, per far sentire la propria voce: così è stata organizzata una protesta in piazza Duomo dove centinaia di lavoratori del mondo dello spettacolo si sono riuniti.
Sono scesi in piazza tutti i lavoratori: dal facchino, all’imprenditore, dal tecnico delle luci fino agli artisti. L’unione della protesta nasce da un settore che vive in prima persona la crisi a causa delle norme anti assembramento, portando al collasso ogni tipo di esibizione, di spettacolo e di concerto.
Tutti sulla stessa barca che è sempre più precaria ed incerta, tutti con l’intento di chiedere al Governo nuove regole che rendano sostenibili, anche a livello economico, la ripartenza di eventi, spettacoli e fiere.
In piazza del Duomo a Milano campeggiavano vari striscioni con su scritto: “Un unico settore, un unico futuro”.
Ben 500 Bauli in piazza
Nel settore dello spettacolo tanti lavoratori rischiano il proprio posto, insieme alle loro famiglie per via di uno stop forzato per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto.
Seppur tutti, ormai, siamo consapevoli dei gravi rischi da Covid-19, le norme anti assembramento emanate dal Governo rischiano di far collassare il settore. Per questo tutti gli artisti e gli staff a seguito hanno deciso di unirsi e sollevare a gran voce il loro problema affinché si diano più tutele anche al loro lavoro.
La protesta ha preso il nome di ‘Bauli in piazza’ perché in piazza Duomo sono stati posti tutti ben 500 bauli usati nel mondo dello spettacolo, simbolo del loro lavoro.
A farsi portavoce di tutti i lavoratori è Fabio Pazzini, event manager e direttore di produzione, che spiega: “Come molti colleghi sono fermo da febbraio, c’è qualcuno che lavoricchia, ma sono cose molto piccole perché in questo momento non c’è sostenibilità economica, tutti gli eventi estivi sono stati finanziati da enti pubblici, noi abbiamo riunito in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze delle imprese che lavorano nel settore, dai promoter di eventi e concerti ai service audio-luci perché è importante dimostrare alla politica che esiste un settore unito che chiede con un’unica voce una sola cosa: poter ripartire e guadagnarci da soli il pane quotidiano”.
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La speranza è quella che il Governo possa rivedere le norme per il settore spettacolo, tutelando chi da anni vive di questo lavoro.
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