Pisa, l’imputato in lacrime: sostiene di non essere un pedofilo, ma di aver agito sotto l’effetto degli stupefacenti.
C’è un silenzio teso in aula quando l’imputato ha iniziato a parlare, singhiozzando, di quanto accaduto alla piccola: «La mamma era senza soldi e voleva la droga. Le ho proposto una dose di cocaina se mi avesse lasciato la bimba. Lei ha detto sì senza fiatare. Lo so che è stata una pazzia, ma non avevo motivi sessuali: l’ho spogliata solo per capire se la bimba era stata abusata». Ha 47 anni il pisano accusato in concorso con i genitori della piccola (di 38 e 28 anni di cui omettiamo le generalità per tutelare i figli minori) di atti sessuali con minorenne, riduzione in schiavitù e detenzione e spaccio di droga. Un processo davanti alla Corte d’Assise con sei giudici popolari in cui, in attesa della sentenza, da tempo ormai è emerso uno spaccato familiare di estremo degrado sociale. I quattro figli della coppia, con gravi problemi di tossicodipendenza, da tempo sono stati dati in affidamento. Lo stesso coimputato ha fatto uso di droghe ed è stato condannato per spaccio.
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L’accusa per i tre imputati è gravissima: secondo il pm la coppia cedeva la bimba alle voglie del vicino di casa in cambio di cocaina. Una tesi respinta dall’uomo che ha raccontato la sua versione dei fatti partendo da un droga party nella primavera 2015 (la bimba aveva solo 3 anni: «A un certo punto la bimba era sotto il tavolo e mi mise le mani sulla lampo dopo avermi toccato l’inguine – ha dichiarato l’imputato –. Non dissi niente alla mamma. Mi confrontai con gli amici sull’episodio e loro mi dissero che mi sbagliavo. Conoscevo la coppia perché nel quartiere chiedevano aiuto a tutti. Ho regalato alla bimba un giocattolo e un vestitino. E al padre una bicicletta riparata». Poi aggiunge di aver sbagliato ma di essere stato sotto effetto di eroina e cocaina. Poi ha continuato: «Si presentò con la bimba. Non aveva soldi, ma mi promise che li avrebbe chiesti alla madre. A quel punto mi venne in mente che avevo l’occasione di capire che considerazione avesse della bambina e così le dissi che le avrei dato la cocaina se me l’avesse lasciata per un po’. Lei non fece una piega e se ne andò con la droga lasciandomi la piccola».
«Con la bimba siamo andati sul letto in camera – ha proseguito –. Poi feci quello che non avrei mai dovuto fare. Le tolsi la maglietta, i pantaloncini e le mutandine. Le chiesi se in casa qualcuno la toccava e mi disse di no. Mi riferì di spogliarsi con gli amichetti e che veniva picchiata quando era stanca. Le aprii le gambe per vedere l’inguine e non notai nulla di strano». Interrogato in questura la notte dell’arresto l’uomo disse che la bimba gli aveva preso la testa portandosela al suo pube. Le mutandine rimesse al contrario hanno scatenato la rabbia dei genitori che hanno avvertito la polizia.
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