Il personale medico-sanitario non è sufficiente per far fronte ai 25mila esami prescritti dai medici di base ogni giorno. I camici bianchi disponibili fuggono dalla trincea dei drive-in e le Asl arrancano con le assunzioni.
Sanità nel caos. Nella Asl Roma 1 il reclutamento di medici e infermieri arranca e per questo il Lazio non riesce a far fronte in maniera adeguata alle richieste dei tamponi: a fronte dei 15mila esami eseguiti, contro i 25mila prescritti dai medici di base ogni giorno. Il direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, Enrico Di Rosa, spiega che dei 45 contratti pronti da settembre per l’assunzione di altrettanti infermieri da inviare nei drive-in o nelle scuole, “ne siamo riusciti ad assumere la metà”; e la stessa situazione vale per i medici: 18 arruolati con altrettanti posti ancora da assegnare.
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Tanti posti sono rimasti scoperti in barba al tanto agoniato “posto fisso” nel sistema sanitario regionale, ma il direttore della Prevenzione della Asl Roma 1 non sembra affatto sorpreso: Di Rosa afferma che le cause vanno ricercate, in primo luogo negli ingressi a numero chiuso nelle università per le professioni sanitarie e dunque ora che siamo in emergenza, la coperta è corta. Il secondo fattore, prosegue il direttore, sono i compensi. Se prima il gap tra lo stipendio pubblico e quello privato era consistente, ora i salari si sono adeguati e “molti preferiscono andare in un reparto, piuttosto che al drive-in a fare tamponi dalla mattina alla sera”.
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Anche la Asl Roma 4 è fortemente sotto organico, come fa sapere la dirigente Simona Ursino. Per provare a ridurre le attese record, la Regione ha moltiplicato i centri dei test, molti di quelli esistenti sono quasi al collasso per il numero esorbitante di macchine in attesa e nel fine settimana, dovrebbe entrare in attività un altro drive-in a Tor di Quinto. Ma il problema non è solo il numero dei centri, quanto il personale che scarseggia, per questo La Pisana ora sta autorizzando i laboratori privati.
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La Regione intanto aspetta di capire quanti medici di base acconsentiranno di eseguire i tamponi nei propri studi, molti infatti si sono già tirati indietro, preferendo che i pazienti sospettati di aver contratto il Covid, vadano nelle apposite Asl. Inoltre dei 94 laboratori che hanno manifestato interesse, solo una decina sono operativi alla tariffa concordata, fa sapere l’assessore alla Sanità D’amato. Anche sui vaccini antinfluenzale le farmacie si sono tirate indietro: “le dosi, fa sapere l’Ordine, le vendiamo ma non le somministriamo.”