La donna lavorava in una compagnia assicurativa in difficoltà economiche, pensava di essere prossima al licenziamento.
Un piano diabolico portato avanti per mesi, ogni mattina come una goccia che logora la roccia. Una dipendente di una compagnia assicurativa di Bra, nel Cuneese, è stata condannata in primo grado a quattro anni per lesioni personali aggravate perché tutte le mattine versava nel cappuccino della collega degli ansiolitici per tenersi il suo posto di lavoro e silurare la sua compagna. L’azienda era in un crisi e ci si aspettava presto dei tagli al personale.
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Per conservare il suo posto tutte le mattine per mesi si è recata al bar di fronte all’agenzia per ritirare le consumazioni dei colleghi e prima di rientrare in azienda versava in quello della rivale le benzodiazepine, un tipo di ansiolitici che in grandi quantità possono provocare sonnolenza e riflessi rallentati. Il tutto per sperare in un errore che costasse il posto alla “rivale”. Senza successo… anzi. La donna se n’è accorta. Dopo mesi passati ad avvertire sintomi allarmanti senza capire e un brutto incidente stradale andando contro un albero si è messa in malattia. Col passare delle settimane la vittima ha notato che le brutte sensazioni si ripresentavano ogni volta che tornava a lavoro in ufficio e ha cominciato a sospettare del cappuccino.
Dopo essersi sottoposta ad analisi ha fatto partire le indagini. I sospetti dei carabinieri sono stati confermati da un pedinamento in cui avrebbero colto l’autrice del crimine sul fatto. I carabinieri hanno anche filmato il tutto per più giorni. Ma la prova regina portata dall’accusa sono state le analisi fatte effettuare dalla vittima su un cappuccino, che hanno rilevato quantità abbondanti di benzodiazepine. Nelle motivazioni della sentenza il giudice del tribunale di Asti ha aggiunto che – considerando alcuni episodi come l’incidente stradale – poteva configurarsi anche il reato di tentato omicidio, accusa però non sostenuta dal pm. Oggi la donna è stata assicurata alla giustizia e dovrà pagare per il suo crimine. La sua rivale, invece, sta bene, superati gli esami medici ha potuto ricominciare a lavorare.
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