L’aumento dei contagi in Italia preoccupa politici ed esperti, per convivere con il virus è necessario cambiare abitudini.
Un “nuovo galateo” per le misure contro il coronavirus. Così ha definito i comportamenti da adottare nei prossimi mesi Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano e direttore dell’Irccs Galeazzi di Milano, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3.
Il rapido aumento dei contagi di coronavirus in Italia torna a far parlare della “giusta maniera” in cui comportarsi per evitare la diffusione esponenziale del virus. Per il professore è importante “l’adozione sistematica di un nuovo galateo, non essendoci un manuale esatto”. In altre parole, una lista di nuove abitudini da tenere a mente durante la vita quotidiana. Alcune delle quali dovrebbero essere già ben piantate nella mente di ogni cittadino dallo scorso marzo: rispettare il distanziamento sociale, indossare i dispositivi di protezione individuale (la mascherina, ed eventualmente i guanti), lavare e disinfettare spesso le mani.
Simili cambiamenti nella vita di tutti i giorni, tuttavia, non vengono accettati da tutti e subito. Lo confermano le parole di Pregliasco: “Il guaio è che una quota di persone diventano insofferenti, soffrono psicologicamente, hanno paura di questa malattia o preferiscono demonizzarla o non considerarla, anche perché preoccupati da aspetti economici”, ha detto il virologo. E lo conferma anche l’orda di negazionisti e le manifestazioni “no mask” comparsi negli ultimi mesi, poco dopo essersi “liberati” delle catene del lockdown. Esistono persone che preferiscono voltare le spalle al problema, fare finta che non esista, per potersi dedicare esclusivamente alle proprie preoccupazioni.
Per Pregliarsco “l’auspicio è che la maggior parte degli italiani riesca ad avere la forza per portare avanti questa maratona, che ci potrà permettere di convivere con il virus”. Ma per trovare la forza è necessario comprendere l’entità della pandemia contro cui tutto il mondo sta lottando. Nella giornata di ieri, lunedì 12 ottobre, in Italia sono stati registrati 4.619 nuovi casi. Sono numeri che dovrebbero mettere in uno stato si allerta, considerato anche che secondo l’Oms dopo i 5 mila casi non è più possibile tracciare le reti dei contatti stretti dei positivi, e dunque prevenire la diffusione del virus.
Eppure, come sostiene anche Pregliasco, “i 5 mila casi giornalieri attuali sono diversi di quelli di fine marzo perché riuscivamo a individuare solo i casi gravi. Ma, come visto dalle indagini sierologiche, i valori reali dei contagiati 10 volte tanto, perché non si consideravano gli asintomatici”, che pur se “trasmettono meno, sono determinanti nella prosecuzione della catena di contagio”. Dunque è importante non sottovalutare la situazione attuale, tanto quanto è fondamentale interpretare correttamente i numeri.
Un numero di tamponi effettuati di quasi dieci volte superiore a quello di marzo, e la radicale differenza dei decessi tra ottobre (meno di 40 al giorno) e fine marzo (oltre 600 al giorno), mostrano un coronavirus meno “letale” anche grazie all’abbassamento dell’età media dei contagiati durante l’estate.
Il “nuovo galateo” del coronavirus, per essere efficace, dovrebbe essere una miscela di corretta informazione sui numeri del contagio e civico rispetto delle regole.
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