Luca Zaia si esprime sull’ultimo Decreto varato dal Governo per contrastare l’epidemia da Coronavirus e propone una rivisitazione.
Luca Zaia entra a gamba tesa nelle decisioni e nelle mosse del Governo. O almeno ci prova, e i dati degli ultimi sondaggi sembrano permetterglielo. Il Governatore del Veneto alle Regionali ha stravinto, battendo ogni record. Rieletto per la terza volta consecutiva, con il 76,8% a spoglio ultimato, ha confermato il suo trend positivo nel panorama attuale politico. Così, forte dei consensi, c’è chi addirittura lo promuove come nuovo leader della Lega, più forte di un Matteo Salvini che invece perde colpi.
Anche dalla gestione della pandemia Luca Zaia ha ottenuto favori. Ad oggi, ha riferito il Presidente a Quarta Repubblica, in Veneto la questione sembra essere tranquilla. Un collasso ospedaliero non è all’orizzonte, e la maggior parte dei positivi è asintomatica. Quanto ai tamponi, sono stati organizzati punti di accesso rapido, come i drive in, per sottoporsi ai test spesso rapidi, con esito in tempo reale. Tuttavia, l’aumento dei contagi preoccupa e bisogna correre ai ripari. Da Palazzo Chigi, quindi, è arrivato l’ultimo Dpcm per cercare di contrastare l’epidemia. Nuove misure restrittive, drastiche, che però non bastano, a detta di Zaia. “Vedo con dispiacere che le osservazioni delle Regioni non sono state accolte”, ha commentato il presidente del Veneto. Per poi passare all’elenco di tutto ciò che non va e va modificato. “Faccio un esempio che può sembrare marginale, quello dei matrimoni. Noi chiedevamo una misura di salvaguardia, ad esempio chi ha già organizzato il matrimonio per il prossimo sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?“, si è chiesto Zaia.
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Dal punto stampa dalla protezione civile di Marghera, Zaia ha condannato anche l’aspetto economico di questo Dpcm, troppo limitante per diverse categorie di lavoratori. Sono soprattutto bar e lavoratori del terzo settore ad essere colpiti, visto che moltissime attività saranno messe alla gola da chiusure anticipate e divieti sulla vendita. “Capisco la volontà di salvaguardare la salute dei cittadini, ma dietro ad ogni provvedimento restrittivo ci deve essere un provvedimento economico di sostegno per quelle attività”, dice Zaia. E in effetti di questo provvedimento non c’è ad oggi traccia. Insomma, una grande preoccupazione per il settore economico continua a spaventare e i sacrifici, dice Zaia, devono essere remunerati. E non possono esserci categorie lasciate a margine: “E faccio, il solito esempio, del mondo delle discoteche: se è un settore che non può riaprire deve essere sostenuto economicamente”, ribadisce.
Sono quindi necessari altri provvedimenti, a detta di Luca Zaia. E per questo, le Regioni hanno presentato un documento correttivo, ma assolutamente collaborativo per modificare in parte quanto previsto da questo Dpcm, incompleto. Zaia assicura quindi tutta la collaborazione possibile: “Non ci sono divergenze tra Roma e le Regioni ma la differenza è che noi ci troviamo impazienti sull’uscio di casa e Roma no. Però, se ci mettiamo assieme istituzioni regionali e governo riusciamo a fare un grande lavoro”, ha concluso.
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