Covid, sospesa sperimentazione vaccino Johnson & Johnson: malato uno dei volontari

L’azienda farmaceutica Johnson & Johnson ha temporaneamente interrotto le sperimentazioni su un potenziale vaccino: in uno dei volontari sarebbe insorta una “malattia inspiegabile”. 

vaccino covid - meteoweek.com
(Da Getty Images)

Si ferma in modo brusco la sperimentazione del vaccino anti-Covid a cui sta lavorando l’azienda Johnson & Johnson. L’arresto sarebbe dovuto all’insorgenza di effetti collaterali non previsti: uno dei volontari che si è sottoposto alla vaccinazione in fase di sperimentazione avrebbe contratto “una malattia inspiegabile”. Gli esperti non sarebbero ora in grado di comprenderne le cause. Stando a quanto riportato dai media americani, lo stop allo studio sarebbe stato comunicato a tutti i ricercatori coinvolti nella sperimentazione del vaccino su 60.000 pazienti. In comunicazione della Cnn è possibile leggere parte di una nota della multinazionale Usa: “Sulla base delle nostre linee guida, la malattia del partecipante ai test clinici è oggetto di valutazione da parte del Consiglio indipendente per il monitoraggio della sicurezza dei dati (Dsmb) e dal nostro personale interno. Eventi avversi, come malattia o incidenti, anche seri rientrano in ogni studio clinico, soprattutto se di larga scala”. Mancano ad oggi ulteriori spiegazioni sulla natura della reazione avversa. Proseguono le ricerche per accertare la supposta relazione tra l’insorgenza della malattia e la somministrazione del farmaco.


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Uno stop che si somma, tra l’altro, a quello avvenuto nei confronti di un secondo vaccino Covid-19, quello sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford. Anche in quel caso il blocco della sperimentazione sarebbe avvenuto a seguito di un caso di sospetta reazione avversa su un volontario nel Regno Unito. Stando a quanto emerso, il paziente avrebbe mostrato segni di mielite trasversa, un danno al midollo spinale. Dopo la breve sospensione di una settimana, “la sperimentazione è ripresa regolarmente e non c’è più stato nessun intoppo”, dice all’Adnkronos Salute Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia, il centro che ha sviluppato insieme all’università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca. Nel frattempo il governo statunitense ha investito quasi mezzo miliardo di dollari nello sviluppo e distribuzione su larga scala del vaccino. Più nello specifico, si parla di 486 milioni di dollari, per una produzione e distribuzione di 100.000 dosi entro la fine del 2020. Previsto l’acquisto di un altro milione di dosi per il 2021. Intanto il gruppo spiega: “La combinazione di anticorpi AZD7442 sta avanzando rapidamente negli studi di fase 3”. Negli Usa e in altri Paesi verranno arruolati “6.000 adulti per la prevenzione del Covid-19 e ulteriori studi su circa 4.000 adulti si concentreranno sul trattamento delle contaminazioni” da coronavirus. Ottimista anche Piero Di Lorenzo, che ribadisce: “Se non ci saranno problemi è ragionevolmente credibile che entro fine 2020 arriveranno nel Paese circa 3 milioni di dosi”.


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Poi ancora: “Incrociando le dita da qui a un mese circa la sperimentazione di fase III sarà finita. E a quel punto si tratterà dei tempi dell’agenzia regolatoria. Tempi che saranno compressi al massimo. Parliamo di settimane, contro i 6 mesi-1 anno in media necessari per arrivare all’approvazione”. Infine: “Siamo in cauta e fiduciosa attesa. Giustamente e meritevolmente l’Ema, per tagliare i tempi della burocrazia, ha detto:dateci tutti i dati man mano che sono disponibili, così da guadagnare tempo. Con il fatto che le agenzie regolatorie ora vengono informate continuamente di ogni progresso della sperimentazione, nel caso specifico penso che potranno esprimere un giudizio entro qualche settimana”. Insomma, Di Lorenzo si sbilancia sulle tempistiche e arriva addirittura ad affermare: la scadenza di fine hanno è “ragionevolmente credibile”. A quel punto saranno 15-20 milioni le dosi che aspetteranno all’Europa. “Di queste, circa 3 milioni arriveranno in Italia”.

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