È stato riscontrato un aumento della pedofilia online. A casa le potenziali vittime passano sempre più tempo in rete.
Le autorità australiane esprimono preoccupazione per il moltiplicarsi di abusi sessuali a minori, in gran parte online, dall’inizio della pandemia di coronavirus, con un numero quasi doppio di arresti e di denunce rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Le cifre ufficiali – riferisce oggi il quotidiano The Australian – indicano che tra marzo e settembre il numero di arresti per reati di pedofilia è aumentato del 128%, da 57 tra marzo e settembre dello scorso anno a 130 nello stesso periodo di quest’anno. Nello stesso periodo sono state presentate 1101 denunce contro predatori che abusavano di minori online – una media di 157 al mese – contro 673 denunce nello stesso periodo del 2019.
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La pandemia come opportunità
Il ministro degli Affari Interni Peter Dutton avverte che gli aggressori usano la pandemia come opportunità per trovare più potenziali vittime tra i minori, i quali trascorrono gran parte del tempo online e sotto supervisione limitata o nulla da parte di adulti. “Questo tipo di criminali sfrutta le restrizioni del lockdown per approfittare di bambini vulnerabili”. Secondo fonti investigative citate dal quotidiano, i bambini vengono ‘preparati’ e poi ricattati perché producano materiale sempre più estremo, con la minaccia che se non fanno ciò che viene chiesto il contenuto filmato sarà condiviso. Anche in altri paesi sono stati riportati simili aumenti di abusi online durante la pandemia. Negli Usa il National Centre for Missing and Exploited Children ha registrato un’impennata del 106% nei casi di sospetto sfruttamento di minori, salendo da circa 934 mila nel marzo dello scorso anno, a oltre due milioni nello stesso mese di quest’anno.