Facebook, Apple e altri colossi dell’economia dovranno osservare regole più severe. Tra questi c’è anche la condivisione di alcuni dati con aziende più piccole, sempre nel campo di Internet.
Una serie di regole ferree per mantenere e garantire la competitività del mercato online. Questo è il succo del discorso previsto dai regolatori dell’Unione Europea, i quali stanno per stilare una lista di nuove norme da seguire. E queste riguarderanno in particolare i giganti dell’economia mondiale per quanto riguarda il cosiddetto Big Tech. Parliamo di aziende dal fatturato miliardario, come nel caso di Facebook ed Apple giusto per fare due esempi. Questo è quanto è emerso da una recente uscita sul Financial Times, che preannuncia questo nuovo sistema di regole in arrivo.
Verranno coinvolte in questo sistema regolamentare non più di venti grandi società di Internet. L’intento è quello di frenare il potere di mercato di queste aziende, favorendo in parte la concorrenza più debole. Si tratta dunque di un tentativo per dare maggiore equilibrio all’economia per quanto riguarda il settore dell’hi tech. L’idea che emerge in quel di Bruxelles è quello di costringere le grandi aziende a modificare il loro sistema commerciale. Con la naturale e logica conseguenza data dal fatto che le concorrenti, fin qui sbranate e fagocitate dai suddetti colossi, potranno tornare a vedere la luce.
Finora la suddetta concorrenza non è stata tutelata, portando a un effetto distruttivo del mercato. Ci sono ancora delle proposte in arrivo per cercare di ridurre il potere delle cosiddette gatekeeper. Stiamo parlando di società che, in quanto dominatrici del mercato dell’economia hi tech, di fatto bloccano sul nascere ogni possibile tentativo di contrastare questo dominio. E non ci si fermerà alle semplici multe, considerate in questa fase più una “tassa” per poter fare ciò che si vuole. L’obiettivo è quello di cambiare le regole del gioco, per far giocare quante più aziende possibili.
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Un modo per agevolare proprio i concorrenti, specialmente di fronte a realtà come Amazon, Google ed Apple che in questo momento non hanno rivali. E non sempre hanno spazzato via la concorrenza con metodi gradevoli o “sportivi”. Come ci si poteva tranquillamente attendere, l’elenco delle venti aziende penderà più dalla parte degli Stati Uniti. Una mossa che potrebbe accrescere la tensione sull’asse America-Europa, che è già ai massimi storici. Ma il capo del commercio dell’Unione Dombrovskis aveva già avvertito, in un certo senso, i funzionari a stelle e strisce.
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Del resto, da Bruxelles sono arrivate delle parole molto chiare su quello che è lo stato dell’economia dopo l’avvento dei Big Tech. “Le grandi piattaforme sono invasive, pagano poche tasse e distruggono la concorrenza. Questa non è l’Internet che volevamo“, emerge dall’Unione. Ecco allora che emerge chiaramente l’intezione di frenare questo dominio di pochi, ai danni di una concorrenza sempre più disarmata. Anche se non è solo l’Europa a indagare su Big Tech: anche il Regno Unito e gli stessi Stati Uniti stanno indagando.
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