Più di sei ore in macchina per riuscire a fare il tampone: succede a Roma, in concomitanza con l’aumento del numero dei contagi.
Le scuole che riaprono, l’effetto “ritorno” dalle vacanze, la fine dello smart working per alcuni lavori, l’arrivo dell’autunno, un inopportuno ma inevitabile calo dell’attenzione collettiva. Possono essere tanti i motivi che hanno concorso alla ripartenza dei contagi da coronavirus in Italia: per alcuni esperti è la cosidetta “seconda ondata”, per altri è la conseguenza di una estate poco attenta. Qualunque sia la causa, una cosa è certa: tra le “armi” a disposizione per affrontare il coronavirus c’è il tracciamento degli infetti attraverso un uso massiccio dei tamponi. Rispetto alla fase del lockdown è molto più facile ora ottenere un tampone: ma questo non vuol dire che non ci siano problemi comunque. Un elemento di criticità è rappresentato dalle lunghissime code che si stanno registrando – sopratutto a Roma – ai “drive in”, inaugurati per permettere un rapido test a chi tornava dalle vacanze e poi rimasti aperti. Sei, sette, otto, perfino dieci ore di attesa: questo denunciano molti cittadini, costretti a perdere una giornata intera per poter sapere se sono positivi o meno. Loro, oppure i loro figli: le scuole finalmente riaperte stanno contribuendo molto a questo enorme afflusso ai drive in. Abbiamo verificato la tempistica,”approfittando” del test a cui è stato obbligato un nostro redattore in seguito ad un contatto sospetto. Il report nel video che segue.
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