Continua la polemica sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità che potrebbe portare 36 miliardi nelle casse italiane a condizionalità apparentemente irrisorie.
Mes o non Mes? A rimettere in ballo la discussione è Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa, secondo cui i fondi avrebbero potuto preparare l’Italia alla seconda ondata di coronavirus attualmente in corso. Ma nella maggioranza non si trova l’accordo: Partito democratico e Italia viva ricorrerebbero al Mes, il Movimento 5 stelle ha messo un veto categorico.
Le parole di Della Vedova
“Il niet ideologico di Crimi e del M5S al Mes, colpevolmente accettato dal resto della maggioranza, è una causa del caos di questi giorni. A marzo già eravamo avvisati della seconda ondata autunnale. Oggi vediamo code chilometriche per i tamponi, ospedali già in difficoltà e scuole non abbastanza attrezzate. Si poteva fare di più? Sì. E si poteva accedere subito ai 36 miliardi del Mes per investimenti di emergenza che ci consentissero di arrivare meglio preparati”, ha detto Della Vedova durante un approfondimento di economia su Skytg24.
Il segretario di Più Europa ha poi riportato un estratto del suo intervento su Twitter, scrivendo: “L’Italia è il paese che avrebbe maggiore vantaggio ad accedere a #MES: potemmo usarlo per finanziare il piano da 36MLD presentato da #Speranza. Trovo totalmente irresponsabile che il governo non chieda il MES perchè il M5S pensa a chissà quali complotti. #SkytgEconomia”.
L’Italia è il paese che avrebbe maggiore vantaggio ad accedere a #MES: potemmo usarlo per finanziare il piano da 36MLD presentato da #Speranza. Trovo totalmente irresponsabile che il governo non chieda il MES perchè il M5S pensa a chissà quali complotti. #SkytgEconomia pic.twitter.com/HlG6FlCGGq
— BenedettoDellaVedova???? (@bendellavedova) October 8, 2020
Il Fondo Sanitario Nazionale e l’apertura di Speranza
L’Italia ha raddoppiato il numero di nuovi casi giornalieri negli ultimi tre giorni: la curva dei contagi è passata dai 3.668 positivi del 7 ottobre ai 4.458 dell’8 ottobre. Per questo la discussione sulla Sanità è tornata prepotentemente in ballo. Il ministro della Salute, tuttavia, resta positivo: come ha annunciato in audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato quest’anno il Fondo Sanitario Nazionale arriva a 120 miliardi di euro.
“C’è una opportunità reale che il Paese può cogliere, visto che avevamo già bisogno di una riforma del Servizio Sanitario Nazionale. Possiamo farla ora in modo espansivo. Possiamo provare a incidere davvero sulla realtà, avendo l’ambizione di fare cose che sembravano inimmaginabili. Il Fondo Sanitario Nazionale arriva quest’anno a 120 miliardi di euro, quando sono diventato Ministro eravamo a 114. Se ci avessero detto, a settembre 2019, guardate che tra un anno sarete a 120 miliardi, nessuno di noi ci avrebbe creduto”, ha detto il ministro individuando nella Sanità una priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.
Speranza ha poi aperto alla possibilità di “accettare” anche i fondi previsti dal Mes, andando contro la linea dura dei pentastellati. “Voglio costruire – ha spiegato – un piano per la sanità del nostro Paese, da dovunque arrivano le risorse sono benvenute. Se vengono dal Recovery, mi batterò per avere più fondi. Si decide di usare il MES o il bilancio dello Stato? Va bene. Il mio obiettivo è portare risorse al Servizio Sanitario Nazionale, lo strumento finanziario che si decide per me è secondario”.
A questo proposito il ministro ha aggiunto: “A me va bene tutto e sono disponibile, non sono un tifoso e non voglio battaglie ideologiche attorno a questi nodi. Il punto è che finalmente possiamo fare una riforma mettendo risorse. Più ne arrivano, meglio è. Chiudiamo la stagione dei tagli e ricominciamo a investire”.
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