Nascosti in droni, cibi o pentole: quasi 1800 cellulari introdotti nelle carceri

Nascosti in droni, cibi o pentole: quasi 1800 cellulari introdotti nelle carceri. Aumentati nell’ultimo anno i tentativi di introdurli

Nascosti in droni, cibi o pentole: quasi 1800 cellulari introdotti nelle carceri (GettyImages)

Mescolati col cibo, inseriti in indumenti intimi, persino ingoiati o messi all’interno di un pallone e poi lanciati, trasportati tramite drone o addirittura messi in fondo a pentole. Si tratta di tentativi per introdurre telefoni cellulari all’interno delle carceri. Con l’entrata in vigore delle nuove norme tramite dl sicurezza, tali atteggiamenti costituiscono un reato a tutti gli effetti.

Da gennaio a settembre 2020, trovati 1761 dispositivi all’interno delle carceri italiane o requisiti prima che facessero il loro ingresso. Nel 2019 erano 1206 e nel 2018, 394. È quindi eventi che i tentativi di introdurre tali apparecchi nelle case circondariali sono in aumento.

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Lo scorso 3 settembre gli agenti hanno trovato un pallone con dentro 16 telefonini fuori dal muro perimetrale del carcere di Avellino. Sempre lì, a fine mese, persone ignote hanno tentato di introdurre un altro pallone con cavetti Usb, caricabatterie e telefonini.

A giugno, a Benevento, 4 microtelefonini sono stati trovati dentro a due salami. A Secondigliano, nel periodo di lockdown, un drone è finito contro il muro del carcere, mentre tentava di trasportare cellulari, microcellulari ecc.

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Anche nelle pentole hanno tentato di nasconderli. A giugno, sempre ad Avellino, gli agenti penitenziari hanno rinvenuto una batteria di casseruole “sospetta”: in fondo alle pentole c’erano 19 microtelefonini, 4 smartphone e 2 telefoni satellitari.

L’8 maggio scorso un detenuto del carcere di Palermo ha ingerito un microcellulare, mentre nel febbraio 2019 un detenuto aveva nascosto 4 cellulari nello stomaco. Solo una settimana fa un detenuto, a Trapani, ha nascosto nel retto un microcellulare, tre microsim e un caricabatterie.

Anna Di Donato

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