Latina ha visto negli ultimi giorni un aumento considerevole di contagi, che ha spinto la Regione a correre ai ripari. Dallo scorso 4 ottobre nella provincia di Latina è stato registrato un +155% di contagi. Domenica scorsa il caso del cluster al comizio elettorale con Salvini. Predisposto un mini lockdown nel comune.
Era forse una misura inevitabile, quella che ha coinvolto il territorio di Latina: con un aumento di contagi del +155% dallo scorso 4 ottobre nella provincia, la Regione non ha potuto che imporre nuove misure restrittive per contenere il dilagare di positivi. Le misure, una sorta di mini lockdown, dureranno due settimane e si estendono da Aprilia al Garigliano. Il provvedimento entrerà in vigore dalla mezzanotte di oggi e prevede: il contingentamento a 20 persone per le feste e le cerimonie religiose, il numero massimo di 4 ospiti a tavolo per ristoranti e locali e la chiusura a mezzanotte per pub, bar e ristoranti. Ovviamente è vietata ogni forma di assembramento, soprattutto davanti scuole, luoghi e uffici pubblici. Laddove possibile, tutti sono invitati a passare allo smart working. Prevista, inoltre, una sospensione delle visite consentite ai pazienti ricoverati in strutture sanitarie o sociosanitarie. Per quanto riguarda palestre è scuole da ballo, sono previsti ingressi contingentati. L’ordinanza non arriva dal nulla: più volte l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato aveva accennato a un provvedimento del genere, nel caso in cui non si fosse riusciti a contenere l’emergenza. Ebbene, il contenimento non è stato possibile: proprio ieri è stata fatta una richiesta alla stessa Regione dall’Asl pontina; la stessa Asl oggi ha registrato altri 29 positivi al Covid-19, 6 ad Aprilia, 3 a Cisterna, uno a Cori, uno a Fondi, cinque a Latina, uno a Pontinia, uno a Sonnino, e undici a Terracina.
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D’Amato spiega: “L’ordinanza del presidente è una misura necessaria per contenere i numeri del virus che nell’ultima settimana hanno fatto registrare un aumento considerevole in rapporto alla popolazione residente. Le misure richieste dalla Asl e contenute nell’ordinanza sono destinate a garantire il contingentamento e il distanziamento sociale al fine di prevenire un ulteriore aumento dei casi”. Poi ha concluso: “Confidiamo in uno spirito di collaborazione da parte di tutti i soggetti interessati e nell’attivazione degli opportuni controlli da parte delle istituzioni preposte. Indispensabile, in questa fase, rispettare queste regole che non vogliono minimamente essere punitive, ma di prevenzione per evitare ulteriori e più gravose limitazioni sull’intera provincia”.
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La situazione in provincia di Latina è peggiorata talmente tanto e in così poco tempo (14 giorni) che la Asl ha optato per la riapertura del reparto Covid presso l’ospedale Goretti. L’idea, però, è di non fermarsi qui, cercando di ampliare il più possibile gli spazi riservati al Covid, anche in altri reparti. Procede a spizzichi e bocconi, quindi, anche la didattica in presenza, con nuove classi che si aggiungono a quelle già in quarantena per la presenza di positivi. A questo scenario, si unisce anche l’indagine epidemiologica riguardante i contagi legati alla manifestazione elettorale del 25 settembre a Terracina, a cui ha partecipato il leader della Lega Matteo Salvini. Poi ancora, la casa di cura Città Aprilia, che conta ormai sette medici e infermieri positivi, quindici contagiati. Insomma, l’insieme di queste variabili avrebbe delineato un quadro in cui la situazione appare deragliata e la catena dei contagi non più ricostruibile. In questo caso, l’unica cosa da fare resta una sorta di mini lockdown, in mancanza della possibilità di tracciare e tamponare nella maniera adeguata e nella speranza che l’emergenza possa rientrare tra due settimane.