Allarme Covid: ospedali quasi pieni, preoccupano i numeri di Lazio e Campania

Allarme Covid in Italia, preoccupa la pressione ospedaliera, si teme affollamento delle terapie intensive: nel Lazio e in Campania gli ospedali sono quasi pieni. Possibili ulteriori misure di contenimento dei contagi. Boccia: “Le limitazioni di spostamento tra Regioni non possono essere escluse”.

Allarme Covid ospedali
Allarme Covid, preoccupa la pressione negli ospedali – foto di archivio

Alla luce dei nuovi e preoccupanti numeri da coronavirus rilevati in Italia, si è espresso con toni seri e decisi Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma.

Intervenuto alla trasmissione Buongiorno, in onda su Sky TG24, Ricciardi ha spiegato che “è stato sottovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata più pericolosa della prima”, e che “rispetto a quello che ci aspetta, cioè una pressione enorme con l’arrivo dell’influenza, bisognava rafforzare il sistema di testing allargandolo a tutte le strutture, sia pubbliche che private che sono in grado di farlo, e poi con i pronto soccorso che in molti casi non hanno ancora fatto i percorsi differenziati”.

“Stiamo pensando a ridurre la quarantena sulla base dell’evidenza scientifica e su quello che accade al momento, la quarantena secondo noi può essere ridotta da 14 a 10 giorni come fanno i tedeschi con un tampone invece che due. È qualcosa che stiamo consigliando e spero che il Governo prenda in considerazione”, ha ulteriormente ribadito il consigliere.  Perché se continua questo trend di crescita dei contagi, e se non viene di conseguenza applicata alcuna misura concreta al contenimento degli stessi, “rischiamo 16mila casi in un giorno, come in questo momento ha la Francia, o anche la Spagna e Gran Bretagna che hanno fatto gli stessi nostri errori. Purtroppo questa seconda fase della sottovalutazione dell’epidemia è un fatto troppo generale”.

Ospedali quasi pieni, preoccupano Lazio e Campania

“Non possiamo pensare che il virus non giri, questo è un virus insidiosissimo che sta di nuovo riempiendo gli ospedali. Mi preoccupano non tanto le terapie intensive di cui si parla, ma le sub-intensive dove ci sono pazienti infettivi che devono essere curati in un certo modo. E i posti si stanno già saturando adesso figuriamoci quando arriverà l’influenza”. Queste le parole di Walter Ricciardi, pronunciate sempre contestualmente al suo intervento alla trasmissione di Sky TG24. Un quadro affatto positivo, quello di alcune Regioni, tanto che il consigliere ha ulteriormente spiegato: “Non siamo al collasso, ma in una situazione di grandissima pressione. Quando si abbasseranno le temperature e arriveranno i virus influenzali, ci saranno problemi perché dovremmo stare all’interno e le famiglie si contageranno”.

Allarme Covid - ospedali
Allarme Covid, preoccupa la pressione negli ospedali – foto di archivio

In tal senso, allora, l’esecutivo sta valutando “di evitare tutte le situazioni che provocano assembramenti non giustificati. Non c’è nessuna ipotesi di chiusura di esercizi commerciali, ma si sta pensando a quali sono le attività che prevedono assembramenti ingiustificati che riguardano attività non primarie. Sarà il Governo più a prendere la decisione più giusta”. Perché lo scopo è quello di non dover sopportare quanto è stato sopportato nei primi mesi del 2020. “Quello che si è verificato da giugno in poi è un raddoppio dei casi ogni mese. Avevamo 200 casi, poi 400, poi 800, poi 1600 e adesso stiamo a oltre 4mila casi. Quindi rischiamo fra un mese di avere oltre 8 mila casi al giorno e tra due mesi, quando arriverà l’influenza, di avere 16 mila casi in un giorno”.

Ricciardi sulla chiusura delle scuole

“La chiusura della scuola è assolutamente da scongiurare così come è assolutamente da scongiurare un lockdown generale. In questo momento non c’è nessuna ipotesi di chiusura di esercizi commerciali o attività, si sta solo pensando a quali sono le possibili attività che prevedono assembramenti ingiustificati che riguardino attività non primarie che possono essere in qualche modo limitate”, ha spiegato Walter Ricciardi, sempre durante il suo intervento a Sky TG24.


POTREBBE INTERESSARTI ANCHE


Ippolito: “Non ci aspettavamo questi dati”

Poco rassicuranti anche le parole di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Lazzaro Spallanzani e componente del Comitato tecnico-scientifico. In un’intervista al Corriere della Sera ha infatti sottolineato che “se i dati dovessero continuare a crescere potrebbe essere necessario considerare anche la possibilità di misure ulteriori. Per sopravvivere il virus deve saltare da un individuo all’altro viaggiando dentro le goccioline di saliva. Più rendiamo difficile questo salto più chance avremo di limitare o bloccare la diffusione del contagio”. Per questo, dunque, “non bisogna abbassare il livello di attenzione; anzi dovremmo alzarlo“. Mentre sugli ultimi numeri da bollettino, Ippolito è stato chiaro: “Non ci aspettavamo questi dati. Quasi mille in più rispetto al giorno precedente a fronte di 5mila tamponi in più sono tanti”.


Clicca qui e poi premi la stellina (Segui) per ricevere tantissime novità gratis da MeteoWeek

Boccia, possibile limitazione di spostamento tra Regioni

In merito agli ultimi numeri provenienti dalle Asl e dagli ospedali, il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia si è così pronunciato a The Breakfast Club su Radio Capital: “Le limitazioni di spostamento tra le Regioni non possono essere escluse, non si può escludere nulla in questo momento. Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma la situazione dovrà essere monitorata giorno per giorno. Appena c’è una spia che si accende bisogna intervenire“.

E il ministro ha poi aggiunto: “Non escludere interventi in caso di aumenti dei contagi non significa chiudere, ma essere pronti a ogni intervento. Evitiamo di generare preoccupazioni. La priorità assoluta per il Governo e per le Regioni è difendere lavoro e scuola. Oggi le reti sanitarie regionali funzionano bene per il lavoro congiunto di rafforzamento quotidiano fatto tra Stato e Regioni. In questi giorni convocheremo con il presidente Bonaccini la cabina di regia per fare il punto sulle proposte delle Regioni così come stabilito ieri in conferenza Stato-Regioni”.

Gestione cookie