Apparteneva a una famiglia ebraica romana: a 7 anni riuscì a salvarsi dai rastrellamenti dei nazisti oggi si è spenta.
Si è spenta dopo una lunga malattia Emma Di Capua, 85 anni, madre del segretario del Partito democratico e governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dell’attore Luca, interprete del commissario Montalbano e di Angela. La donna combatteva ormai da anni. Conosciuta come Mimmi, proveniva da una famiglia ebraica romana; quando aveva 7 anni riuscì per un caso a sfuggire, con la sorella e i genitori, ai rastrellamenti dei nazisti dell’ottobre 1943, mentre sua nonna Ester fu deportata ad Auschwitz. Una vita di battaglie che oggi si concludono lasciando i figli nello sconforto. “I nazifascisti – scrisse Zingaretti con il fratello-attore Luca e la sorella Angela – entrarono in casa a Monteverde Vecchio cercando la famiglia di Angelo Di Capua, nostro nonno, e se nostra madre di 7 anni fosse stata li, sicuramente sarebbe stata arrestata e deportata e poi uccisa. Cosi è stato per milioni di uomini, donne e bambini in tutta Europa”. Zingaretti nella missiva inviata a Repubblica spiegò che lui e i suoi fratelli non sono ebrei, “se non nelle radici culturali, perché non lo era nostra nonna materna, e quindi non lo è nostra madre. Ma ai nazifascisti questo poco importava”.
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Al segretario dem sono arrivate le condoglianze di molti esponenti politici, dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, al forzista Antonio Tajani. “Caro Nicola Zingaretti, un abbraccio affettuoso da parte mia e dalla comunità di Italia Viva per la perdita della tua mamma”, scrive su Twitter la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Il governatore sta attraversando un momento difficile anche della sua carriera politica dopo essere finito nel mirino dell’odio social per una nuova ordinanza che costringe chiunque viva nel Lazio a portare la mascherina anche all’aperto. Regole più stringenti anche per le palestre e le scuole da ballo, dove gli esercenti dovranno sorvegliare attivamente il distanziamento sociale e fissare un tetto massimo agli accessi in tutti i locali, compresi gli spogliatoi. La serrata scatta anche per gli ospedali: per le prossime due settimane, i cittadini residenti in provincia di Latina non potranno visitare amici o familiari ricoverati negli ospedali, salvo casi eccezionali autorizzati in forma scritta direttamente dal responsabile sanitario della struttura di ricovero. L’ultima misura prevista dall’ordinanza riguarda lo smarworking: si sollecitano le aziende presenti sul territorio “a favorire il lavoro agile”, laddove praticabile, con l’obiettivo di ridurre al minimo tutti gli spostamenti. Ora, tuttavia, inizia una fase molto dura di bilanciamento fra le scelte politiche e il dolore per la perdita di un genitore.
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