La puntata di Storie Italiane è stata molto intensa per Eleonora Daniele che si è occupata di diversi casi di cronaca molto particolari, uno di questi riguarda la morte di Anna Carlini, deceduta a seguito di una violenza sessuale e successivamente sarebbe stata abbandonata e quindi lasciata morire.
La morte di Anna Carlini, oggi a Storie Italiane, è stato oggetto di discussione sul quale ha fatto presa anche Eleonora Daniele e gli ospiti presenti in studio. In particolar modo, a essere presente in video collegamento troviamo anche la famiglia Carlini che chiede giustizia per la morte della loro amata Anna, uccisa ingiustamente ma per il decesso non è passata in tribunale l’accusa di omicidio.
Eleonora Daniele si mostra visibilmente sconvolta dal racconto scioccante per il presunto omicidio di Anna Carlini, morta nei sottopassaggi della stazione di Pescara il 30 agosto del 2017.
La rabbia di Eleonora Daniele
La conduttrice di Storie Italiane apre la seconda parte del programma di Storie Italiane circa la morte di Anna Carlini, una donna con problemi psichici, trovata morta nel sottopassaggio della stazione di Pescara tre anni fa e per la cui morte la famiglia chiede giustizia.
Eleonora Daniele, presenta così il nuovo servizio a Storie Italiane:
“Ci occupiamo di un altro caso, un caso di cronaca ovvero la morte di Anna Carlini, una donna di 33 anni lasciate morire dai suoi aguzzini in una brandina perché abbandonata in un sottopasso della stazione di Pescara”.
Il cambio dell’accusa
La famiglia di Anna Carlini, dunque, ha deciso di rompere il silenzio e chiedere giustizia per la morte della donna e per la quale durante l’iter giudiziario è stato cambiato anche il capo d’accusa da parte del giudice.
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In particolar modo, ecco che Eleonora Daniele con un tono molto forte riassume così l’intervento dall’avvocato della famiglia Carlini:
“Tutto inizia, come detto anche dall’avvocato, con l’imputazione di omicidio, nel corso del processo poi ad un certo punto l’accusa di venta un’altra. È stata abbandonata questa ragazza, come se gli avessero chiamato i soccorsi, o se fosse successa qualsiasi altra cosa si sarebbe salvata. Da omicidio, invece, a omissione di soccorso”.
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