Il consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, si è espresso in merito ai dati della seconda ondata di Covid-19 nel nostro Paese: nel mirino la Campania, Regione “in grandissima difficoltà”.
La curva epidemiologica sta continuando a salire nel nostro Paese, e a preoccupare sono i tanti casi di positività che oggi paiono proiettare l’ombra di quei bollettini che si leggevano qualche mese fa, in piena emergenza sanitaria. A tenere gli esperti sulle spine, però, questa volta non è soltanto la Lombardia, ma anche la Campania. A parlarne è stato Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19 e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma. In un suo ultimo intervento per la trasmissione Agorà (Rai 3), Ricciardi ha infatti spiegato che la Campania è “in una situazione di grandissima difficoltà“, in quanto “da sola ha gli stessi casi dell’intera Italia a maggio“.
A tenere alta l’allerta in merito ai numeri da Covid-19 in questo sfortunato autunno, ci pensano i dati del Lazio e della Lombardia – Regione, quest’ultima, dove tra l’altro la curva epidemiologica ripartita nelle ultime settimane non si è in realtà mai azzerata. Ma è in Campania, questa volta, il quadro più preoccupante. Solo nella giornata di ieri, la Regione ha infatti contato 544 nuovi positivi; sebbene quindi sia ancora possibile invertire il trend dell’Italia, è fondamentale in questo momento sia il rispetto di tutte le norme anticontagio indicate, sia che le amministrazioni locali facciano la loro parte.
“In Sanità l’attuale costituzione attribuisce allo Stato centrale solo il potere di programmare, controllare e finanziare. Tutto il resto è nelle mani delle Regioni“, ha infatti evidenziato Ricciardi durante il suo intervento ad Agorà. Per poi proseguire: “In tempo di pace ci sono Regioni che funzionano bene e ce ne sono altre che funzionano malissimo. In tempo di pace uno che nasce in Campania o in Calabria ha un’aspettativa di vita fino a 4 anni inferiore rispetto a uno che nasce nelle Marche o in Trentino”.
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Per questo, incalza l’esperto, “non va bene intervenire quando le cose vanno bene, per esempio in Emilia Romagna o in Veneto, ma quando hai Regioni che in tempo di pace non organizzano gli screening per il cancro della mammella, allora devi intervenire”. Diventa fondamentale intervenire “quando vedi delle Regioni a cui dai dei soldi per organizzare i pronto soccorso (e lo abbiamo fatto a maggio) e non hanno avviato nessun lavoro. Per cui succederà che arriveranno i malati sia di influenza che di Covid, e ci sono molti pronto soccorso che non hanno utilizzato i 235 milioni di euro per separare i percorsi, e ci sarà un caos”.
E avverte infine Ricciardi: “Ci sono Regioni che non hanno assunto i medici di igiene e sanità pubblica per fare le inchieste epidemiologiche, per cui ci sono Asl che hanno due o tre persone che lavorano giorno e notte, e meno male che abbiamo soprattutto giovani abnegati che si sacrificano. Però non funziona così, noi abbiamo detto ad aprile che sarebbe ritornata la seconda fase – e siamo ancora nella prima onda perché non si è mai azzerata – ma se molte Regioni hanno lavorato bene, la maggior parte ha lavorato con grande ritardo“.
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