Nonostante in Germania siano aumentati notevolmente i casi di Coronavirus, l’economia tedesca regge bene alla crisi e registra incrementi.
Arriva una prima battuta d’arresto nell’economia tedesca. In Germania, la produzione industriale è infatti calata dello 0,2% ad agosto rispetto al mese precedente, a differenza dell’Italia che nello stesso mese ha registrato un lieve incremento produttivo. Ciò nonostante, nei due mesi di luglio e agosto la produzione è rimasta in up, con una crescita del 9,8% rispetto al secondo trimestre. Certo, i livelli pre-crisi di febbraio sono ancora lontani ma una battuta d’arresto in seguito al lockdown sembrava essere quasi inevitabile. Il declino tedesco si è registrato soprattutto nel settore dell’automotive, – 12,5%. In sostanza, dopo i rimbalzi post fine lockdown, il settore produttivo è andato in calo già a luglio.
Eppure, nonostante questi decrementi, in linea generale l’economia tedesca va meglio della Francia, della Gran Bretagna, dell’Italia e della Spagna. Il calo del PIL è stato inferiore a quello degli altri competitor, e la motivazione potrebbe essere che in Germania le chiusure sono state meno rigide. Nonostante il blocco, l’economia tedesca ha continuato una parte considerevole della sua attività e ha potuto contare su un enorme sostegno finanziario che il governo tedesco ha fornito alle imprese e ai cittadini. Più riserve, più finanze, più sostegno sono la parola chiave dell’economia tedesca, che hanno permesso una ripresa più veloce e più dinamica. E la questione non è solo di interesse tedesco. Una forte economia tedesca potrebbe servire da motore economico per altri paesi membri dell’UE. Insomma, il decollo di uno potrebbe trascinarsi dietro tutti gli altri.
Se l’economia avanza, tuttavia, il fronte dei contagi è disastroso. Per la prima volta in 70 anni, Berlino torna nel coprifuoco. Da sabato 10 ottobre, infatti, bar, ristoranti, lounge e negozi di alcolici dovranno chiudere dalle 23 alle 6 del mattino. Non succedeva dal 1949 ed è una delle misure ad oggi più drastiche per cercare di arginare l’esplosione dei contagi. Esplosione che, più che una mera ipotesi, è tutta una realtà. Dall’inizio del mese infatti, il numero giornaliero dei nuovi contagi ha raggiunto e superato quello di marzo, al culmine della pandemia. Le percentuali, insomma, non fanno ben sperare e in particolare la situazione risulta gravissima in tre quartieri berlinesi. A Kreuzberg e Mitte, i nuovi casi hanno superato i 50 per 100 mila abitanti; a Neukoelln, i nuovi contagi sono schizzati a oltre 90. Intanto, le nuove restrizioni impongono il limite di 5 persone provenienti al massimo da 2 famiglie per gli incontri in pubblico e quello di 10 per le riunioni in privato.
Ciò nonostante, come già detto, la Germania regge e l’industria registra incrementi. Ma cosa accadrà con la ripresa della pandemia? Con i nuovi contagi delle ultime 24 ore? Tutto è da vedere. Si può dire, però, che il balzo dell’industria tedesca è stato trainato dall’export, con la domanda dall’estero, soprattutto dall’Eurozona, cresciuta dal 6,5 per cento. Il comparto auto è tornato sopra il livello pre-crisi, mentre un boom del +11% si è registrato per i macchinari. Dati incoraggianti erano arrivati la settimana scorsa dalle vendite al dettaglio, cresciute più del previsto sempre ad agosto, e dalla disoccupazione, in calo a settembre. Così le previsioni parlano di una crescita del 6,6% nel terzo trimestre e di un più contenuto 2,8% nel quarto. Ma il Coronavirus è ormai un’incognita…
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