Alcuni mesi fa, la comica torinese Luciana Littizzetto, spalla fissa di Fabio Fazio nel programma Che tempo che fa, su Rai Tre, ha avuto un incidente in casa. Da allora ha avuto continui problemi di mobilità, i quali adesso stanno peggiorando. Ecco le sue condizioni di salute.
Il problema al ginocchio di Luciana Littizzetto
Luciana Littizzetto, in una lunga intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, ha parlato del suo problema al ginocchio. Mesi fa, la spalla comica di Fabio Fazio, ospite fissa di Che tempo che fa da anni, ha subito una rovinosa caduta in casa. Già allora la comica aveva lasciato intendere che i danni al ginocchio si sarebbero ripresentati: infatti, il problema di questi giorni non è altro che uno strascico proprio di quell’incidente.
Ha spiegato la comica torinese: “A occhio nudo sembra che cammini bene, ma non sono scioltissima. Dovrò rioperarmi perché dopo che mi sono sbriciolata la rotula come un wafer, mi hanno messo dentro il ginocchio una specie di rete, tecnicamente si chiamano fili di Kirschner, e vanno tolti. Vediamo, forse durante le vacanze di Natale lo farò. Ma intanto ne siamo venuti a capo”.
Leggi anche —-> Ida Platano game over definitivo con Riccardo | Dama agguerrita dopo Uomini e Donne
Leggi anche —-> Anche i belli piangono, Can Yaman tradito e lasciato: chi è la modella
Il ringraziamento di Luciana Littizzetto a Fabio Fazio
Nelle prime due puntata di Che tempo che fa, tornato su Rai Tre dopo anni su Rai Uno e l’anno scorso su Rai Due, condotto da Fabio Fazio, abbiamo potuto godere della comicità di Luciana Littizzetto. La comica torinese, però, è sempre stata collegata da casa. Inizialmente si credeva fosse dovute ad alcune precauzioni a causa del Covid – anche se sono tornati gli ospiti in studio – ma dunque la realtà era ben diversa. Littizzetto, nel corso della sua intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, ha voluto ringraziare proprio il conduttore e suo caro amico.
Luciana Littizzetto ha voluto ringraziare il conduttore storico della Rai: “Lo ringrazio perché nei mesi in cui ero bloccata a casa, sulla sedie a rotelle, lui poteva scegliere di far lavorare qualcun altro al posto mio. Invece no. E il lavoro è stato una cura”.