Pagare con le carte di credito non prevede rincari sui consumatori, ma occhio sempre a verificare le condizioni contrattuali. Quella dei micro pagamenti rimane ad oggi il maggior ostacolo alla diffusione più ampia dei pagamenti digitali, ma gestione del denaro contante costa 10 miliardi all’anno.
Sappiamo bene come l’Italia sia ai primi posti nella classifica dei Paesi europei per quanto riguarda l’evasione fiscale e per correre ai ripari il Governo ha pensato di incentivare l’utilizzo delle carte di credito. In che modo? Facendo pagare meno commissioni agli esercenti con maggiori sgravi fiscali. In buona sostanza, l’incidenza degli oneri deve essere ridotta ai minimi termini. “Il consiglio per difendersi da eventuali aumenti è di tenere costantemente sotto controllo i costi delle proprie carte elettroniche”, spiega Lodovico Agnoli, responsabile New Business di Facile.it, il quale sottolinea come, in caso di variazione delle condizioni economiche, le banche debbano obbligatoriamente dare notizia ai clienti. Quasi tutti gli istituti di credito negli ultimi anni hanno ripristinato il pagamento di una commissione per i prelievi effettuati presso Pos non appartenenti al loro stesso gruppo.
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Marco Folcia, partner PwC Emea Payments Leader, spiega che i nuovi provvedimenti per incentivare l’uso delle carte di pagamento, non avranno costi aggiuntivi per gli utenti, perché le banche hanno un accordo con i fornitori degli strumenti di pagamento. Il nodo da sciogliere restano gli esercenti che subiscono il maggior impatto dei costi legati all’accettazione: la legge impone che questi debbano accettare i pagamenti elettronici, ma al momento non prevede sanzioni. “Ad oggi è allo studio una forma di incentivo per rendere gratuiti i pagamenti elettronici fino a 5 euro”, prosegue Folcia. Quello dei micro pagamenti rimane ad oggi il maggior ostacolo alla diffusione più ampia dei pagamenti digitali.
Il Governo sta cercando di agire per risolvere tale questione, convocando i principali attori nel mercato. Da una parte, la digitalizzazione dei pagamenti potrebbe diventare anche una forma di fidelizzazione del cliente, dall’altra si risparmierebbe per detenere meno contante; pochi infatti sanno, prosegue Folcia, che, la raccolta e il versamento del contante nelle casse delle banche ha un costo e un rischio associato: si stima che in Italia la gestione del contante costi 10 miliardi all’anno. Abbattere questo onere nascosto avrebbe un beneficio su tutti gli attori, dalle banche, agli esercenti, al consumatore finale, conclude infine Marco Folcia, partner PwC Emea Payments Leader.