Di cosa c’è davvero bisogno? Il Vangelo di oggi ce lo indica, ma sta a noi capirlo. E’ meglio infatti affaccendarsi e affannarsi oppure vivere con il cuore rivolto a Dio? Entrambi gli aspetti sono importanti, ma sta a noi scegliere quale è davvero più importante.
S. Bruno (mf); S. Fede; S. Magno
27.a del Tempo Ordinario
Guidami, Signore, per una via di eternità
Gal 1,13-24; Sal 138; Lc 10,38-42
Dio si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 1,13-24
Fratelli, voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco. Poi andai nelle regioni della Siria e della Cilìcia. Ma non ero personalmente conosciuto dalle Chiese della Giudea che sono in Cristo; avevano soltanto sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, ora va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere». E glorificavano Dio per causa mia.
Parola di Dio.
R. Guidami, Signore, per una via di eternità.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie. R.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda. R.
Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra. R.
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.
Il Vangelo di oggi raffigura due stereotipi di persona: chi si affanna e si preoccupa, chi invece ascolta la voce di Dio e gli sta vicino con il cuore. Marta potrebbe rappresentare chi, pur amando Gesù, è preso da tante cose e si preoccupa esageratamente; Maria invece rappresenta la vita contemplativa, cioè la preghiera e la vita spirituale nel rapporto interiore con Dio. Che sia questa la sola cosa di cui c’è bisogno, come dice Gesù?
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Gesù loda Maria perché è totalmente rapita da lui, il suo cuore è preso da Gesù e da ciò che dice: il resto sembra scomparire e Dio è al primo posto. Marta invece, per quanto il suo atteggiamento è lodevole, essendo piena di iniziativa, finisce per trascurare Dio, che è la scola cosa di cui c’è bisogno. Questo lo ha ben capito Maria alla quale non importa di farsi vedere operosa servizievole agli occhi di Gesù, ma lo ascolta con attenzione e, nel suo cuore, Dio è prima delle preoccupazioni del mondo e di tutto il resto.
Ognuno sa di essere o Marta o Maria in un certo senso: entrambi gli aspetti sono importanti, cioè quello del darsi da fare con responsabilità nella cura delle cose pratiche e quello della contemplazione e dell’ascolto della voce di Dio nel proprio cuore, mettendolo al primo posto. Tutto sta nello scegliere quello a cui dare più importanza.
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