Chi è la grande famiglia di Dio? E’ fatta di “prossimi”, cioè di persone che si sentono vicine, che vedono dell’altro lo stesso valore che danno a sé stessi, che non hanno paura di sacrificarsi un po’ per chi gli è prossimo, anche se lo ha appena incontrato… proprio come fece il Buon Samaritano.
S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; B. Alberto M.
27.a del Tempo Ordinario
Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza
Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37
Il vangelo io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 1,6-12
Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo! Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
Parola di Dio.
R: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano. R.
Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine. R.
Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre. R.
Chi è il mio prossimo?
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”.
Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.
Parola del Signore.
Chi è il mio prossimo? E cosa posso fare per guadagnare la vita eterna? Il prossimo, ci insegna la parabola, non è necessariamente solo chi abbiamo vicino sempre, ma anche chi ci capita di incontrare sul nostro cammino. Altrimenti, dice Gesù, “Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani? E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto?” (Mt 5, 46-47).
E cosa posso fare per avere la vita eterna? Gesù ci indica: amare Dio con tutti noi stessi, e quindi con i sentimenti del cuore, con la profondità della nostra anima, con le nostre forze ed opere, con i nostri pensieri ed intenzioni rivolti a Lui.
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E poi amando le persone che troviamo sul nostro cammino come se fossero altri “noi stessi”, cioè come se fossero degni dello stesso amore, delle stesse attenzioni e della stessa considerazione e sollecitudine che abbiamo… per noi stessi! Grandissimi questi precetti… Sembrano così difficili da vivere, eppure forse basterebbe solo un elemento per viverli; fidarsi di ciò che dice Gesù. Cominciare a poco a poco, dal piccolo, a rimodellare la nostra vita e il nostro atteggiamento su di essi. Perché in ballo non c’è solo un “essere bravi” o “bravi cristiani”… C’è la nostra vita, la vita eterna.
Se cercheremo, anche con poco, di applicare questi precetti, vedremo la nostra vita trasformarsi. Iniziando col pensare più a Dio, e questo ci aiuterà a comportarci meglio con le persone vicine, a capire che hanno lo stesso valore (anzi, spesso maggiore!) di quello che noi ci attribuiamo egoisticamente, chiusi nel proprio guscio individualista. Allora fare un piccolo sacrificio in più per amore dell’altro sarà il primo passo per amarlo! Allora tutti saranno prossimo, tutti saranno “come me, come te”. E Dio sarà Padre di una grande famiglia unita, i cui membri si aiutano reciprocamente.
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