L’Inps da ieri ha smesso di rilasciare il pin per accedere allo Spid. Al momento sono circa 11 milioni gli italiani che ne dispongono, ma meno di mezzo milione hanno più di 65 anni.
Il sistema pubblico di identità digitale potrebbe restare precluso a diversi milioni di italiani. O almeno questo è quello che emerge dalle ultime attività dell’Inps, proprio in merito all’erogazione dello Spid. Nella giornata di mercoledì, infatti, l’istituto previdenziale ha deciso di smettere di rilasciare il codice Pin per accedere ai propri servizi. E per questo motivo sono in tanti, soprattutto anziani e pensionati, ad avere paura di non potervi accedere. In particolare, in Italia ci sono sedici milioni di pensionati che attendono risposte in merito.
Lo Spid era un servizio che avrebbe dovuto rendere più semplice la vita ai cittadini, specialmente in fatto di Pubblica amministrazione. Sarebbe stato un metodo migliore per utilizzare i servizi digitali dell’Inps. Eppure la situazione si è complicata all’improvviso, a fine settembre. Ora la procedura per entrare in possesso della propria identità Spid si è complicata e non di poco. Bisognerà rivolgersi ai gestori privati accreditati dall’Agenzia per l’Italia digitale. Si tratta di provider come Poste, Tim e Aruba.
In tal senso, si è espresso Raffaele Atti, Il segretario nazionale del Sindacato pensionati italiani della Cgil ha sottolineato le difficoltà, per diversi milioni di italiani, ad accedere allo Spid. “La buona notizia – dichiara Atti – è che 4 milioni di loro, il 25% quindi, già possiedono il pin, e potranno continuare a usarlo per tutta la fase di transizione, che durerà qualche mese. Quella cattiva è che ci sono 12 milioni di pensionati senza pin che per accedere ai servizi online dell’Inps ora devono obbligatoriamente dotarsi delle credenziali Spid“.
Il segretario nazionale del sindacato pensionati ha fatto capire che già migliaia di anziani si sono rivolti al sindacato. Anche perchè, come ha rivelato lo stesso Atti, per i soggetti meno a proprio agio con la tecnologia non è facile riuscire a gestire questo genere di cose. La procedura, così com’è prevista attualmente, richiede giusto una manciata di minuti, ma bisogna essere abili a usare smartphone, tablet e computer. Motivo per cui si capisce perchè lo Spid, introdotto quattro anni fa, non è riuscito a far breccia tra gli italiani. Visto che, in questo lasso di tempo, solo 11 milioni ne hanno fatto ricorso.
In particolare, quasi metà degli iscritti (circa 5 milioni) sono arrivati dopo che si è reso necessario lo Spid per accedere ad alcune agevolazioni del Governo. Come il bonus vacanze, introdotto dal Consiglio dei Ministri come strumento per risparmiare e andare per l’appunto in vacanza. In ogni caso, il sistema pubblico di identità digitale resta un servizio difficile da utilizzare per i più anziani. E c’è un dato che spiega in maniera chiara questa situazione. Solo il 3,5% delle operazioni effettuate, infatti, portano la “firma” di soggetti con età superiore a 65 anni.
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“Richiedere lo Spid non è così semplice e veloce come si vuole far credere – dichiara il presidente dell’unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona – . Bisogna avere un indirizzo di posta elettronica, un computer, uno smartphone. Chi ha solo un semplice cellulare, come la gran parte degli ultrasettantenni, si sente inevitabilmente escluso“. Per il momento, dunque, non sarà possibile per i nuovi iscritti accedere allo Spid. Scopriremo solo nelle prossime settimane se sarà possibile iscrivervi nuovamente. Magari con una procedura più semplice.
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