Lo Stato di emergenza in Italia terminerà tra due settimane, ma si pensa di prolungarlo. Nessuna regione in Italia è a zero casi negli ultimi giorni: la situazione rischia di farsi critica.
La situazione del Coronavirus in Italia non è poi così pesante, anche se ormai riguarda tutta la nazione in maniera quasi omogenea. Tanto che, nei bollettini diffusi nei giorni scorsi dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile, risulta che nessuna regione è ormai a quota zero con i casi giornalieri. Una situazione da tenere sempre di più sotto controllo, anche perchè si sta avvicinando la stagione più fredda. E il fatto che stiano affiorando anche i primi casi di influenza stagionale rende ancor più critica la situazione, seppur ancora in divenire.
Per questo motivo, si sta discutendo sulla gestione del tanto discusso stato di emergenza. Per il momento, la misura resta in vigore fino al prossimo 15 ottobre, quindi ci sono ancora due settimane. Tuttavia, il Governo starebbe pensando a una proroga di questo stato, in quanto è necessario prendere tutte le precauzioni del caso in vista dell’arrivo dell’inverno. Ecco perchè, la data del 15 ottobre potrebbe non essere quella in cui lo stato di emergenza scadrà, visto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi ministri ci stanno seriamente pensando.
Il perdurare di questa emergenza ha fatto scattare l’allarme anche nel Comitato tecnico scientifico. Gli esperti hanno suggerito dunque al premier di prorogare la durata dello stato di emergenza. Dopo il Consiglio dei ministri di ieri, è apparso sul tavolo questo nuovo quadro, per il quale si sarebbe parlato anche di altri aspetti. Come la nuova campagna di sensibilizzazione, nei confronti degli italiani, all’uso dell’app Immuni, che può servire proprio per il tracking dei casi attivi. Per il momento solo una piccola percentuale – ben distante dal 50% – l’ha scaricata.
La situazione, in ogni caso, resta stabile. Nell’ultimo mese non si è mai andati oltre i 1.900 casi giornalieri di Coronavirus. Tra questi, una buona fetta – quasi sempre almeno il 40% dei casi – è rappresentato da gente che riesce a guarire dal virus. Resta basso il dato relativo al numero di soggetti costretti a farsi ricoverare, con sintomi lievi o in terapia intensiva. E la campagna di monitoraggio su scala nazionale è stata resa migliore dal netto aumento del numero dei tamponi, dato che sono sempre più sporadici i giorni in cui questo numero scende sotto la quota dei 90mila.
Pur nella stabilità di una situazione che non va comunque sottovalutata, il Governo vuole muoversi con i tempi giusti. Come si è visto nel caso degli ospedali, in particolare per i reparti creati ad hoc per gestire i casi di Covid più gravi, che non sono stati smantellati o dismessi. Per questo motivo e per tanti altri, si sta pensando a una proroga dello Stato di emergenza. Un modo, forse il più importante, per far capire che l’emergenza sanitaria non è finita e potrebbe peggiorare da un momento all’altro. Fermo restando l’impegno del Governo nel tenere tutto sotto controllo.
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Anche perchè, come abbiamo già scritto, è dietro l’angolo anche l’esplosione del virus influenzale di stagione. Il primo caso si è già rivelato, a Parma nelle scorse ore con un bambino di meno di un anno. Il vaccino quest’anno, più che consigliato, sembra quasi un obbligo morale. Per il momento sono previsti 17 milioni di dosi in più rispetto allo scorso anno. Tuttavia, almeno per il momento, ogni farmacia potrebbe contare solo su 12 dosi di vaccino. Dunque potrebbe partire una vera e propria corsa contro il tempo per portarlo a casa.