Omicidio volontario è la condanna per la famiglia Ciontoli: secondo la sentenza il padre Antonio dovrà scontare 14 anni, gli altri 9.
Lacrime. Lacrime di gioia per una giustizia finalmente ottenuta, lacrime di sfogo dopo cinque anni di attesa e di tensioni. Questa la reazione di Marina Conte e Valerio Vannini, genitori di Marco, e degli amici della famiglia che attendevano fuori dal tribunale penale di Roma, al termine della sentenza bis pronunciata dalla corte d’appello mercoledì 30 settembre. A cinque anni dalla notte in cui Marco Vannini ha perso la vita in casa della sua fidanzata, Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni di carcere e la sua famiglia a 9 anni. Tutti accusati di omicidio volontario.
“Per un attimo è sembrato che la giustizia e le istituzioni avessero lasciato da soli i familiari, avessero lasciato soli quei genitori che già avevano un dolore enorme. Oggi con questa sentenza sembra che le cose si possano almeno rimettere in una certa strada”, ha detto ai microfoni di Meteoweek il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, facendo riferimento alla prima sentenza della corte d’appello, annullata poi dalla Cassazione, in cui Ciontoli veniva condannato a cinque anni per omicidio colposo.
Il passaggio da omicidio colposo a omicidio volontario era quello che interessava maggiormente ai genitori di Marco e all’avvocato della famiglia Vannini, Celestino Gnazi. “Abbiamo sempre sostenuto – ha detto il legale – che ci fosse stato un omicidio volontario a carico di tutti i presenti. Oggi è stato confermato”. Così come è stata confermata la fiducia nella giustizia di una madre e di un padre che nel 2015 hanno perso il figlio 21enne. “Mi sento sollevato perché la giustizia nella quale confidavamo tanto s’è fatta viva”, ha commentato Valerio Vannini.
La più commossa naturalmente era Marina Conte, la madre del ragazzo, che in lacrime ha abbracciato le persone che per anni hanno sostenuto la sua battaglia per Marco. Non vedeva l’ora di rendere giustizia a suo figlio. “Se uno ha sbagliato deve fare i conti con la giustizia. E se è stata una famiglia intera è giusto che una famiglia intera paghi per quello che ha fatto”, ha detto la donna, commentando la condanna estesa all’intera famiglia Ciontoli.
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