Gino Gaion, imprenditore di 79 anni, è stato falciato sull’A27 da una vettura che sopraggiungeva. Un gesto di altruismo, il suo: “Non voleva mettere in pericolo gli altri automobilisti”.
Tragedia sull’autostrada A27, in direzione Belluno: un imprenditore di 79 anni, Gino Gaion, è stato travolto e ucciso da una vettura che sopraggiungeva poco prima del casello di Treviso Nord. L’incidente si è verificato ieri sera, mercoledì 30 settembre. L’uomo, originario di Mogliano Veneto, è sceso dalla sua auto dopo aver perso il carico che stava trasportando – dei pannelli di legno. Dopo aver accostato sulla corsia d’emergenza, Gaion è stato falciato da una Peugeot 3008, guidata da un 38enne originario di Dolo.
L’imprenditore è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti infermieri e medici del Suem 118, che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sul luogo del drammatico incidente sono intervenuti anche i vigili del fuoco e il personale della Direzione 9° Tronco di Udine di Autostrade per l’Italia, così come è giunta anche una pattuglia della polizia stradale per effettuare i rilievi di legge. Secondo quanto viene riportato dalle fonti, nell’incidente è rimasto ferito anche il conducente della vettura che ha travolto Gino Gaion. L’uomo sarebbe rimasto lievemente ferito, ed è stato per questo trasportato in ospedale così da essere sottoposto alle cure del caso e agli esami clinici di accertamento.
Gino Gaion era originario di Mogliano, paese in cui ha sempre vissuto insieme alla famiglia. La notizia della sua morte ha raggiunto subito e scosso tutta la comunità, dalla quale era conosciutissimo. Noto imprenditore, si era lanciato con successo nel campo dell’edilizia, tanto da riuscire a realizzare moltissimi progetti – come il centro commerciale Tiziano. Dal luglio 1978 era stato consigliere, tesoriere e revisore dei conti del Lions Club Mogliano, tanto che Franco Buzzo, a lungo presidente dello stesso Lions, ha deciso di ricordarlo con un lungo e sentito messaggio di cordoglio.
“Era un uomo generosissimo, affabile, una persona splendida. Eravamo vicini di casa e, ancor più, buoni amici. Un vero imprenditore che dal nulla è stato capace di costruirsi una carriera solida e ammirevole. Amava incredibilmente il suo lavoro e, nonostante i molti impegni, riusciva a portare avanti amicizie di lunghissima data, anche con i vecchi compagni di scuola”, ha scritto Buzzo.
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Mentre Leonardo Muraro (ex presidente della Provincia) ha scelto di ricordarlo così, con un messaggio di ammirazione che parla soprattutto della sua generosità: “Se ne è andata una delle personalità della vecchia Mogliano, un autentico imprenditore trevigiano e veneto che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro. Ci conoscevamo da decenni e anche di recente ha sempre continuato a portare avanti le sue attività. Non mollo non perché non mi fidi a lasciare le redini, ma perché è la mia passione e voglio mettere la mia esperienza al servizio di chi mi succederà mi diceva sempre. Ha meritato la sua stima per la lungimiranza che ha saputo avere negli anni, specie quando fu tra i primi a intuire e investire nelle potenzialità del settore zootecnico. Sapeva leggere le situazioni, è stato un grande innovatore. È morto per recuperare le tavole che temeva potessero causare danno agli altri. Un estremo gesto che dimostra l’attenzione per il prossimo che lo ha sempre contraddistinto. Non meritava una fine del genere”.
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