La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura d’infrazione nei confronti della Gran Bretagna per la violazione degli accordi sull’uscita di Londra dall’Ue. E’ notizia di oggi, con la presidente Ursula von der Leyen che ha annunciato l’invio di una “lettera di notifica formale” al governo britannico, che avrà un mese di tempo per rispondere. Il punto finale di una procedura di infrazione è una causa davanti alla Corte di giustizia europea. Ma l’obiettivo di Bruxelles, in questo momento, è spingere il Regno Unito a rispettare l’accordo di recesso. La questione Brexit – e il fuoco incrociato annesso – sarà anche sul tavolo del Consiglio europeo straordinario che inizia giovedì pomeriggio a Bruxelles e terrà riuniti i capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri anche venerdì mattina.
La questione si trascina da quasi un mese. Il 9 settembre scorso il governo di Boris Johnson ha presentato un progetto di legge che secondo l’Ue è “una palese violazione del protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord perché consentirebbe alle autorità del Regno Unito di non tener conto degli effetti giuridici delle disposizioni sostanziali del protocollo nel quadro dell’accordo di recesso”. Un procedimento che non era piaciuto, con tanto di avvertimento. “Avevamo invitato il Regno Unito — ha detto von der Leyen — a rimuovere le parti problematiche della legge sul mercato interno entro la fine di settembre”. Nonostante le richieste dell’Ue di ritirare le parti controverse del progetto di legge, però, il governo britannico pur riconoscendo la violazione ha però deciso di andare avanti.
Una mossa a divorzio già ratificato
La mossa della Commissione riguarda l’accordo di divorzio già raggiunto tra le parti ratificato dall’Ue e dal Regno Unito, ed entrato in vigore il primo febbraio 2020. Non tocca invece le future relazioni commerciali di cui stanno discutendo in questi mesi Unione europea e Gran Bretagna. In base all’accordo durante il periodo di transizione, che scade a fine anno, la Corte di giustizia europea – come ricostruito dal Corriere della Sera – ha competenza giurisdizionale e la Commissione ha il potere di far rispettare il diritto europeo, anche per quanto riguarda l’interpretazione e l’applicazione dell’accordo con la Gran Bretagna.
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Ma è una vicenda che, ad ogni modo, segnerà strascichi. La Commissione ha quattro anni di tempo per avviare procedure legali. Ora il Regno Unito ha tempo fino alla fine del mese per presentare le proprie osservazioni sulla lettera di costituzione in mora. Dopo avere preso conoscenza di tali osservazioni la Commissione si riserva di decidere se emettere un parere motivato.