Secondo l’accusa, Roberto Maroni ha abusato sua qualità di vertice dell’ente regionale nonché dei suoi poteri. L’allora governatore della Lombardia avrebbe fatto pressioni per affidare un incarico all’architetto Giulia Capel Badino.
Non si ferma la macchina della giustizia nei confronti di Roberto Maroni. Il rappresentante della Lega, ex governatore della Lombardia, dovrà subire ancora il processo che lo ha riguardato in questi anni. Si tratta del procedimento che si terrà nei prossimi giorni a Milano, dopo la prima condanna a un anno in appello. La questione è quella relativa alle presunte pressioni che avrebbero favorito Mara Carluccio, una collaboratrice di Roberto Maroni durante il periodo di governo del Pirellone. Ora, però, sarebbero venute fuori nuove accuse dagli inquirenti.
La richiesta del pubblico ministero Giovanni Polizzi è chiara e va a colpire ancora una volta Maroni. L’ex governatore lombardo è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Sara Cipolla. Insieme al leghista ci sarà un altro imputato alla sbarra, con il processo che partirà con la prima udienza il prossimo 2 dicembre. E anche in questo caso si tratta di un altro caso di pressioni per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di un’altra persona. Si tratta di Giulia Capel Badino, architetto che ha ottenuto durante il governo Maroni un posto in Ilspa.
Roberto Maroni è stato mandato a processo con le accuse di induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. La vicenda è molto simile a quella che lo ha visto condannato per il “favore” fatto alla sua collaboratrice Mara Carluccio. Nei fatti, l’allora governatore della Lombardia avrebbe “abusato della sua qualità di vertice dell’ente regionale nonché dei suoi poteri“. Lo scopo era quello di pressare l’allora direttore generale di Ilspa, Guido Bonomelli, “affinché conferisse un incarico pubblico all’architetto“. Si tratta ovviamente di Giulia Capel Badino, alla quale Maroni era legato per una relazione affettiva.
Non si è fatta attendere la reazione di Roberto Maroni, alla notizia del nuovo procedimento a suo carico. Secondo l’ex governatore della Lombardia, questa volta non esiste un collegamento tra l’ingresso della Capel Badino in Ilspa e il suo presunto intervento in qualità di capo del governo regionale. “Andare a processo per un fatto in cui non c’entro nulla mi fa sentire vittima di una vera ingiustizia – sostiene il leghista – , come purtroppo accade troppo spesso. Ma ho le spalle larghe, ne ho passate tante e supererò anche questa ennesima ingiustizia. E non intendo rassegnarmi: bisogna tornare a lottare per una giustizia giusta“.
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“Sono stato rinviato a giudizio – prosegue Maroni in un lungo post pubblicato su Facebook – perché da Governatore avrei favorito l’assegnazione di una consulenza professionale da parte di ILSPA. È falso: l’incarico fu assegnato dalla società regionale in data 27 aprile 2018, quando io da oltre due mesi non ero più il Governatore“. Secondo Roberto Maroni, Ilspa ha agito in piena autonomia, tra l’altro per un posto di lavoro che non prevede alcuna gara. L’affidamento del ruolo a Giulia Capel Badino, infatti, fu affidato in maniera diretta e sotto soglia, “in modo assolutamente regolare”.
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