Da quando il 7 agosto Piantedosi si è insediato nel delicato incarico di uomo del Viminale a Roma, ha chiara la sua mission: «Prevenire e intercettare le infiltrazioni della criminalità organizzata sul tessuto economico e sociale della città, soprattutto adesso che l’emergenza Covid rischia di fare crollare le piccole e medie imprese”.
Un’intervista del Messaggero per rendere chiari i punti chiave del nuovo prefetto di Roma Matteo Piantedosi su quali saranno i prossimi passi d’intervento. Prima di tutto, spiega il prefetto, “punteremo sull’eliminare l’usura, per esempio. Il numero delle denunce mostra una tendenza in aumento, c’è chi ha disperato bisogno di liquidità e chi ne ha tanta, provento di attività illecite, pronta per essere riciclata. Gli arresti di oggi da parte dei carabinieri ai danni del clan Moccia che si accaparrava ristoranti e attività commerciali una dietro l’altra fa riflettere. E questa inchiesta risale a tempi pre-Covid. C’è dell’altro”. Poi la sicurezza: la prospettiva è di “delocalizzare le pattuglie impegnate nell’operazione Strade Sicure dal Centro, più vuoto di turisti e lavoratori in questo periodo Covid, per portarle nelle periferie. Su Roma c’è una marginalità crescente, ci sono baraccopoli e situazioni che destano preoccupazione e paura nei cittadini. E io della paura dei cittadini devo farmene carico, non minimizzarla». “Stanno per arrivare nella Capitale ingenti fondi pubblici europei e sappiamo per esperienza che le consorterie criminali faranno di tutto per impossessarsene. Vanno fermate”.
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Poi un’altra questione: in prefettura giace il piano sgomberi dei palazzi occupati. Un piano già molto lento, spalmato in 7 anni. “Le regole Covid non bloccheranno questo percorso. La proprietà privata è sacra. Siamo pronti a riprendere in mano il programma, ci sarà un’accelerazione, niente tempi lunghi, ma senza trasferire il problema altrove: vanno cercate soluzioni alternative per chi ne ha bisogno. In cima alla lista c’erano Caravaggio, Tempesta e Villa Fiorita: partiremo da qui”. Per lo lotta al coronavirus ci vuole innanzitutto la partecipazione dei cittadini a cui mi appello: state attenti. Soprattutto lo dico ai più giovani. La capacità di risposta sanitaria è molto migliorata ma ci vuole cautela. Dal 10 marzo a Roma sono state controllate quasi 3 milioni di persone, 756mila gli esercizi commerciali. E se le mascherine diverranno obbligatorie anche all’aperto controlleremo”
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