La direttrice dell’UF One Health Center ha espresso il suo parere in collegamento su La 7. “La seconda ondata non arriva con il vento – prosegue Ilaria Capua – ma dipende solo dai nostri comportamenti”.
Ilaria Capua torna a parlare dell’attuale situaizone del Covid-19, sia in Italia che all’estero. Ed esorta proprio i nostri concittadini a non prendere il cattivo esempio che si sta verificando in Gran Bretagna, dove il numero di casi cresce in maniera vertiginosa. La nota virologa, direttrice dell’UF One Health Center, ne ha parlato in collegamento durante la trasmissione “Di Martedì”, in onda su La 7. La Capua ha voluto sottolineare ancora una volta il buon comportamento degli italiani. Soprattutto nel confronto con gli abitanti dei principali Paesi europei.
“Se guardiamo ai numeri fuori dall’Italia possiamo dire che abbiamo fatto un buon lavoro – dichiara Ilaria Capua – . Quello che si vede oggi è il riflesso di come ci siamo comportati un mese fa. Se i contagi sono stabili da maggio, vuol dire che abbiamo fatto meglio di altri Paesi che ora hanno dovuto fare di nuovo marcia indietro. Gli italiani stanno mostrando al resto del mondo come ci si comporta in una situazione sanitaria di questa gravità“. In ogni caso, la direttrice invita a non abbassare la guardia. Anche perchè ciò che sta accadendo in Francia e Spagna non può lasciarci indifferenti.
E allora ecco che si parla dell’eventualità di una seconda ondata di contagi da Covid-19. Un’eventualità da non escludere a priori, ma che può essere scongiurata comportandosi in maniera sana e con coscienza. “La seconda ondata non arriva con il vento e la pioggia – ha aggiunto la Capua – ma arriva se gli italiani iniziano a comportarsi come si stanno comportando gli inglesi. Questo voler dimostrare che le persone, evitando in maniera furbesca determinate restrizioni, e vanno in piazza a festeggiare perché i pub hanno chiuso alle 22 senza mascherina non va bene. Dobbiamo continuare a comportarci bene e arriviamo fino alla fine dell’inverno e poi possiamo riprendere alcune abitudini“.
Tra le altre cose, Ilaria Capua si è resa conto del fatto che la geografia del Covid in Italia sta cambiando. Se in primavera erano soprattutto le regioni del Nord ad aver pagato il prezzo più caro, ora sono soprattutto Campania e Sicilia a far segnare dati allarmanti. “C’è stata questa emergenza che è stata vissuta in maniera molto diversa tra nord e sud. Il suono dell’ambulanza al nord se lo toglieranno tra molto tempo. Questo in realtà è un mosaico, la Campania non si può guardare in maniera diversa da altre regioni, bisogna usare le stesse regole. Voglio continuare a sperare che si comprenda che ognuno di noi deve fare la propria parte. Un altro lockdown lo vogliamo evitare tutti“.
Nel corso della sua analisi, Ilaria Capua fa capire che non è facile capire quale sia il dato da tenere in maggiore considerazione. In ogni caso, bisogna tenere sotto controllo la situazione delle terapie intensive, che al momento non preoccupa. “I numeri non sono assoluti – ha detto – , ogni giorno cambiano numeri di tamponi, ma sono stabili. Mantenere sotto controllo la circolazione dei sintomatici, fare i tamponi ai contatti dei positivi è utile. Da tenere d’occhio sono le terapie intensive, sono certa che gli ospedali si stiano preparando a una eventuale seconda ondata. Svalichiamo l’inverno e saremo un pezzo avanti“.
A proposito di vaccino, la dottoressa Capua fa capire che ci sono alcune dritte da seguire anche in questo caso. Soprattutto nel modo in cui i media rendono noti i principi da tenere in considerazione: “Il primo articolo che ho scritto sul Covid è stato “vaccinatevi per l’influenza”. È assolutamente da fare e sono certa che ci sarà un piano di somministrazione: prima alle persone più fragili, poi alle famiglie. Se però gli italiani si fossero vaccinati negli anni passati adesso avremmo più stock di vaccino influenzale. La sanità pubblica bisogna farla sul lungo periodo e non solo sull’emergenza“.
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Ilaria Capua ha anche voluto ribadire un concetto, ovvero che “il virus non si è indebolito“. Anzi invita gli italiani a imparare a conviverci e mettersi al lavoro affinchè la sua circolazione sia ridotta al minimo. Secondo la virologa, il fatto che il Covid sia più debole “è una informazione che non ha nessun riscontro all’interno del genoma del virus, non si può dire che sia meno grave. È un virus molto contagioso che esercita la sua gravità in determinate situazioni. Siamo noi che siamo diventati bravi a gestirlo. È un virus insidioso che si riconosce con difficoltà ed è un virus che non si fa vedere, è antipatico perché si nasconde un po’ troppo“.