“Desiderio di vendetta, un piatto da servire freddo”. Una frase tratta da un blog di psicologia, che Antonio De Marco, il 21enne presunto assassino di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, ha condiviso su Facebook tre giorni prima di chiedere a De Santis la possibilità di affittare nuovamente una stanza nell’appartamento di via Montello, a Lecce.
Antonio De Marco, il ventunenne presunto responsabile dell’omicidio dell’arbitro Daniele De Santis, 3 giorni prima di chiedere alla vittima di affittare nuovamente una stanza nel suo appartamento ha pubblicato un post su Facebook intitolato “desiderio di vendetta”. “La vendetta è un piatto da servire freddo…è vero che la vendetta non risolve il problema ma per pochi istanti ti senti soddisfatto”: è quanto De Marco ha scritto nel post su Facebook. L’episodio è riportato nel decreto di fermo, dove viene ricostruito come gli inquirenti sono risaliti al 21enne. Analizzando il cellulare di De Santis, i carabinieri hanno infatti trovato 165 contatti di persone che in qualche modo avevano avuto a che fare con l’appartamento. Tra questi contatti c’è De Marco, indicato come “Ragazzoinfermiere via Montello” e tra il 29 di ottobre dell’anno scorso e il 17 agosto ci sono diversi scambi di messaggi su WhatsApp tra i due. Mentre, il 6 luglio lo stesso De Santis, in un messaggio alla compagna Eleonora, aveva preannunciato la richiesta del ragazzo di tornare nell’appartamento. I due avevano commentato ironicamente visto che, come dicono gli inquirenti, la precedente coabitazione tra la ragazza e De Marco “non era stata scevra da situazioni difficili”.
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Il 24 settembre, 3 giorni dopo l’omicidio, c’è poi stato un altro elemento cha ha insospettito gli inquirenti. De Marco aveva infatti cancellato la foto profilo che era stata utilizzata nella chat con De Santis e che aveva complessivamente 55 messaggi. Una volta acquisita l’identità del presunto killer, i carabinieri hanno riguardato i filmati dei circuiti di videosorveglianza per trovare traccia del giovane e in diverse telecamere è ripreso con il cappuccio in testa e una mascherina sulla bocca ma alle 21.09 , circa 25 minuti dopo il delitto, viene visto a volto scoperto in via Fleming, a poca distanza dall’abitazione in cui il giovane vive attualmente. Come si legge nel provvedimento: “Nella circostanza si notava la presenza di evidenti macchie sui pantaloni indossati dal soggetto, verosimilmente riconducibili al duplice omicidio”. Inoltre: “Il percorso seguito appare inequivocabilmente compatibile con il contenuto di uno dei cinque foglietti manoscritti rinvenuti sulla scena del crimine”: aggiunge il pm. Poi, ancora l’ultima prova fornita agli investigatori dall’esame grafologico sui foglietti, dal quale sono emersi “ambiti di compatibilità tra la scrittura sui fogli e le rime di De Marco sulla domanda di rilascio della patente e sulla carta d’identità”.
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