Omicidio Vannini: domani la sentenza definitiva

Il pm ha chiesto 14 anni per Antonio Ciontoli e 9 anni per la famiglia, la difesa il riconoscimento del colposo.

Omicidio Vannini: i 14 anni a Ciontoli e la strana richiesta della difesa
Omicidio Vannini: i 14 anni a Ciontoli e la strana richiesta della difesa – meteoweek

Ci siamo: la sentenza è ormai vicina. Il 30 settembre 2020 in un’aula di Piazzale Clodio i giudici si pronunceranno su ciò che accadde la notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, quando Marco Vannini perse tragicamente la vita. “La nostra lotta è supportata da tante persone che ci aiutano, che ci danno una spinta morale. Non siamo solo noi a chiedere giustizia, è l’Italia intera che chiede giustizia per Marco. Mi telefonano dall’estero, c’è gente che ha fatto il biglietto dall’estero per venire a piazzale Clodio. Io ho detto guardate che non si può entrare, non si possono fare assembramenti, ma non gli interessa, sono tutti pronti perché vogliono giustizia per Marco”, hanno detto Marina e Valerio. In primo grado Antonio Ciontoli era stato condannato a 14 anni di reclusione per omicidio volontario, mentre i giudici d’appello lo avevano condannato a 5 anni per omicidio colposo. Una sentenza, quest’ultima, contestata dalla Corte di Cassazione, che ha chiesto un processo d’appello bis. Ora il pm ha chiesto 14 anni per Ciontoli e 9 per il resto della famiglia. L’avvocato della difesa invece, 5 anni per omicidio colposo all’ex dei servizi segreti e l’assoluzione per i suoi congiunti.

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mamma Marco Vannini – meteoweek.com

«Dovete calarvi nei panni di Antonio Ciontoli, che credeva come la ferita fosse al braccio di Marco. Ciontoli è stato inconsapevole della gravità delle condizioni del ragazzo», ha sostenuto il difensore rivolgendosi alla Corte. Aggiungendo poi che la stessa identica convinzione l’hanno avuta anche i figli Martina e Federico, nonché la moglie Maria. Parole che l’avvocato Miroli ha pronunciato avendo accanto Antonio Ciontoli, per la prima volta presente in aula dall’avvio di questo supplemento del procedimento voluto dalla Cassazione. L’avvocato Miroli ha poi concluso la sua arringa evidenziando che «lo sparo al braccio esclude la volontà di uccidere. Pertanto Ciontoli va condannato per omicidio colposo. Martina, Federico e Maria vanno assolti». L’avvocato Coppi, però che ha il compito di rappresentare i Vannini, non ci sta e in un’udienza precedente aveva detto: «Marco ha urlato in modo disumano per un’ora. Lo ha sentito anche la telefonista del 118. Lo hanno sentito tutti i vicini. Con il passare dei minuti Marco era bianco, aveva la labbra viola. I famigliari di Ciontoli vedevano la tragica evoluzione degli eventi. Un evento che diventava sempre più inevitabile mentre il tempo passava. Federico, figlio di Antonio, si è limitato ad incitare il padre a telefonare, ma alla fine come gli altri, non ha fatto nulla. Nessuno in quella casa ha preso per il bavero Antonio Ciontoli per opporsidicendogli: ‘familiari sì, complici no’. Pertanto va riconosciuta la responsabilità piena dei familiari».

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