Svolta nelle indagini relative all’omicidio dei fratelli La Monaca: assassino incastrato dal Dna lasciato sulla scena del crimine. L’indagato, Florin Scurtu, ha confessato il delitto.
Sarebbe stato al culmine di continue liti con i fratelli Filippo e Calogero La Monaca che il giovane pastore Florin Scurtu avrebbe deciso di uccidere entrambi, quel 4 giugno nelle campagne di Delia (in provincia di Caltanissetta). Il 22 enne romeno, infatti, faceva pascolare il bestiame senza permesso sui loro terreni, e più volte sarebbe stato coinvolto in accese discussioni con la coppia.
L’omicidio dei fratelli La Monaca si è figurato all’inizio come un giallo: i carabinieri del nucleo investigativo di Caltanissetta, coordinati al tempo dal tenente colonnello Alessio Artioli, trovarono i corpi delle vittime a cento metri di distanza uno dall’altro. Calogero (di 76 anni) è stato rinvenuto carbonizzato accanto alla sua auto, mentre Filippo (74 anni) è stato ritrovato in un campo con la testa fracassata da una grossa pietra. Oggi, dopo poco più di 3 mesi di indagine, le forze dell’ordine sanno dare un volto e un nome al responsabile.
Sarebbero stati alcuni indizi a tradire il 22enne Florin Scurtu: una traccia di Dna lasciata
sull’auto delle due vittime, l’analisi dei tabulati telefonici e la visione attenta delle telecamere dell’impianto fotovoltaico delle campagne di Delia hanno infatti permesso ai carabinieri del nucleo investigativo di Caltanissetta, coordinati ad oggi dal maggiore Fabio Pasquariello, di risalire al romeno come colpevole del duplice omicidio.
Come confessato dallo stesso pastore, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto
dinanzi al Gip Valentina Balbo, il movente alla base del delitto sarebbe un’accesa lite per i pascoli. Ma si è trattato comunque di “un lavoro investigativo particolarmente difficile vista la complessità della scena del crimine”, spiega il colonnello Baldassare Daidone, comandante provinciale dei carabinieri di Caltanissetta .
Quello del 4 giugno rappresenta “un delitto di particolare efferatezza avvenuto a colpi di pietra“. “Qualche giorno prima c’era stato un diverbio tra i due fratelli e l’arrestato il quale era stato redarguito per aver fatto pascolare il gregge nel loro terreno. Il giorno del duplice omicidio Scurtu si è recato dai due fratelli per un chiarimento e la lite è poi degenerata“, spiega il colonnello Baldassare Daidone mentre offre la ricostruzione del caso.
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E prosegue: “Prima l’omicida ha colpito Filippo, che tra i due fratelli era quello più in forma pur trattandosi sempre di un anziano, per poi colpire Calogero che per camminare utilizzava un bastone e con tutta probabilità ha provato a scappare. Il ragazzo, seppur basso di statura, è dotato infatti di una notevole forza fisica. Dopo il delitto il giovane ha tentato maldestramente di occultare i due cadaveri. Quello di Filippo – conclude poi il colonnello – è stato messo vicino ad un’auto data alle fiamme mentre quello di Calogero è stato nascosto a 200 metri all’interno di un edificio utilizzato anche come deposito degli attrezzi”.
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