Giorgia Meloni può godersi la nomina - meteoweek.com
Il leader di Fratelli d’Italia sarà alla guida dell’Acr, l’alleanza dei conservatori e dei riformisti europei. Una nomina prestigiosa per Giorgia Meloni, ma coerente con un percorso da tempo intrapreso.
Giorgia Meloni ha appena ottenuto un importante riconoscimento. Il leader di Fratelli d’Italia è stata appena nominata come nuova guida dell’Acr. Si tratta dell’alleanza di conservatori e riformisti che operano all’interno dell’Unione Europea. La nuova nomina nei confronti della Meloni è vista come una spinta giovane e rivoluzionaria all’interno di un movimento così ampio e importante nello scenario continentale. Ma per l’Italia rappresenta un altro aspetto importante: mai nessun esponente della politica nazionale aveva ricevuto questa nomina.
La decisione caduta su Giorgia Meloni è arrivata dopo tanti giorni di confronto e di dibattito all’interno dell’Acr. Dopodichè è arrivata al leader di Fratelli d’Italia la richiesta di disponibilità, praticamente in forma unanime, dalle forze che compongono l’alleanza. In tarda serata, dopo il sì dato dalla Meloni, è stata ufficializzata la sua elezione a presidente del partito che rappresenta la destra a Bruxelles. Ribadiamo che per la prima volta un politico italiano viene scelto per guidare l’onda dei conservatori e riformisti.
Il partito dei Conservatori e riformisti europei è stato fondato nel 2009 dopo che nel Parlamento europeo è stato fondato l’omonimo gruppo. Si tratta di un punto di riferimento importante per la destra europea, ma anche nei rapporti con le altre correnti internazionali. Non a caso sono state sancite alleanza con il partito repubblicano negli Stati Uniti e con il movimento israeliano Likud, oltre che con il partito liberale in Australia e quello conservatore in Canada. In tal senso, la presidenza ottenuta da Giorgia Meloni accresce di valore.
La scelta caduta sul leader di Fratelli d’Italia è tutt’altro che casuale, visto che è stata spinta da alcuni leader europei. Tra questi c’è il nuovo presidente polacco Duda, gli esponenti del partito di opposizione spagnola Vox e quelli dei Paesi che rientrano nel patto di Visegrad. Tra questi, però, spicca l’esclusione da parte di Orban, che ha deciso di restare tra le fila dei centristi del Ppe. E c’è da fare i conti con l’uscita dei conservatori del Regno Unito. Ma proprio la scelta di Giorgia Meloni viene vista come una spinta per ottenere nuovi consensi.
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E questa nomina potrebbe avere anche delle ripercussioni inevitabili nella politica interna. L’alleanza tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, anche se nessuno lo ammette, rischia di trasformarsi in una vera e propria guerra intestina nel centro-destra italiano. La leader di Fratelli d’Italia si muove da tempo per cercare in Europa quel consenso che il capo della Lega non riesce a ottenere. E mentre la popolarità della Meloni cresce nel Vecchio Continente, gli incontri informali con Trump e con la destra statunitense sono indizi importanti. E la fiducia dei leader della destra europea rappresenta più di una dichiarazione d’intenti.
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