Covid, ospedale Padova apre a visite pazienti in stato terminale. Dopo la battaglia di Maurizia che ha perso il papà
L’ospedale di Padova apre alle visite a pazienti in fin di vita, dicendo no all’isolamento che purtroppo ha caratterizzato gli ultimi mesi dei pazienti che invece non hanno potuto vedere i propri cari per l’ultima volta. Il Coronavirus ha infatti tolto la vita a oltre 1 milione di persone nel mondo. Il protocollo vieta le visite ai pazienti in stato terminale e questa è una svolta. Svolta verificatasi anche grazie alla storia di Maurizia Dalla Volta il cui papà Sergio, un luminare della cardiologia accademica italiana, è morto di Covid lo scorso agosto a 92 anni.
“È morto solo come un Cristo in croce“, racconta la donna al Corriere della Sera, “senza il conforto della mano di una figlia sulla sua, in una sofferenza psicologica disumana di cui ero testimone quando lo vedevo sul tablet, pur essendo a 5 minuti dall’ospedale”. Ora dopo che la fase più dura della pandemia in Italia è oltrepassata, in molti si domandano come mai ai pazienti si continui a negare il conforto dei propri cari. La questione da loro posta è la seguente: se è possibile andare in centri commerciali, ristoranti o stadi, come mai non si possono andare a trovare pazienti Covid prendendo tutte le precauzioni?
Sergio Dalla Volta, padre di Maurizia, è stato ricoverato in ospedale lo scorso (è morto poi il 20) per un infarto e poi risultato positivo al morbo. Maurizia si trovava a Padova quando il padre ha avuto l’infarto, è andata in ospedale e ha scoperto che era positivo. Non aveva sintomi ed è scattato l’isolamento come da protocollo.
“Mio padre stava vivendo le sue ultime ore e saperlo solo era una sofferenza disumana. È stato un padre meraviglioso. Avevo chiesto se era possibile andare a dargli un ultimo bacio. Non è stato possibile perché le regole sono e valgono per tutti. In Francia, dove vivo, il presidente Macron in persona ha stabilito che è possibile la visita al familiare in fin di vita… In Italia solo i minori hanno diritto a un accompagnatore che stia con loro”, dice Maurizia.
“Una crudele burocrazia ci ha impedito di fare per lui quello che lui ha fatto per tanti. Chiediamo che non succeda più”, sostengono Maurizia e la sorella Alessandra. L’ospedale di Padova ha dunque raccolto l’appello delle sorelle e sta stilando un protocollo per aprire ai pazienti Covid in fin di vita.
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